Mattia Gianola e Ivana Iozzia vincono la Stralivigno

Di GIANCARLO COSTA ,

Stralivigno partenza (foto organizzazione)
Stralivigno partenza (foto organizzazione)

E’ stata una vera e propria festa dello sport e della montagna, questa edizione 2023 della Brooks Stralivigno, il classico appuntamento di metà estate con la mezza maratona livignasca, che da anni attira runner da tutta Italia e da tutta Europa, nel paesaggio fiabesco del Piccolo Tibet. Gli atleti si sono messi alla prova nella natura incontaminata che circonda e abbraccia la località, sulle tracce di un percorso rinnovato, e impreziosito da un tratto di sentiero più lungo rispetto al passato, a testimonianza della continua ricerca da parte degli organizzatori di valorizzare la bellezza del contesto, anche al di fuori dei passaggi in cemento del centro paese.
Superato il risultato del 2022 nel numero di partenti dell’intero fine settimana, in rappresentanza di Norvegia, Svizzera, Portogallo, Gran Bretagna, Spagna, Polonia, Repubblica Ceca, Danimarca e Paesi Bassi, oltre ovviamente agli atleti italiani: una crescita considerevole rispetto all’edizione passata e una nuova conferma del grande valore tecnico riconosciuto alla competizione, che è capace di coinvolgere runner provenienti da numerose nazionalità diverse. Un grande respiro internazionale, che riflette anche i valori di Brooks, storico partner della località e, da quest’anno, anche della Stralivigno.
La competizione ha preso il via dal Centro di Preparazione Olimpica dell’Aquagranda, simbolo e centro nevralgico dell’identità sportiva livignasca: una passerella perfetta per dare il benvenuto ai partecipanti nel cuore del paese, prima di indirizzarli sulla ciclopedonale, dando così il via alle fasi più calde della gara. Gara capace di esprimere un alto contenuto tecnico, grazie ad un gruppo di partenti di ottima qualità, che ha regalato al pubblico presente una sfida emozionante fin dal primo metro.

Tra gli uomini, alla fine, vince Mattia Gianola, del Dinamo Team SSD ARL, con il tempo di 1h18’47”, precedendo al traguardo Roberto Fregona e Massimo Galliano, rispettivamente secondo e terzo. «È stata una gara veloce, in cui sapevo di avere avversari di grande livello. Non mi aspettavo di vincere, ma quando indossi il pettorale non si fa altro che spingere, fino alla fine. E così ho fatto» ha commentato l’atleta di Premana, già terzo alla Brooks Livigno Skymarathon del mese scorso.

Tra le donne, invece, ennesima conferma per Ivana Iozzia, atleta del team Calcestruzzi Corradini, arrivata ormai al suo sesto successo nella competizione, il secondo consecutivo, dopo la vittoria del 2022. Una grande affinità con la gara, che emerge anche dalle dichiarazioni al traguardo: «È la mia gara perché è molto corribile, e il percorso permette di rilanciare bene dopo le salite e le discese. Sono andata in testa fin da subito, e non l’ho più lasciata. Mi è piaciuta molto anche la variante nuova che rende ancora più spettacolare e difficile il tracciato.» La Iozzia ha chiuso col tempo di 1h32’03”, staccando nettamente Debora Benedetti e Francesca Mottalini, le altre atlete arrivate a podio.
Ottima risposta del pubblico e dei partecipanti, infine, anche per la staffetta non competitiva, un format pensato ad hoc per tutti coloro che volevano godersi un’esperienza sportiva di alto profilo in compagnia di un compagno, o una compagna, di squadra. Nessuna classifica per questa speciale categoria, ma soltanto il piacere di un pomeriggio trascorso tra natura e sport.

Fonte APT Livigno

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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