Le Kbike al Mont Avic Trail: il racconto di una giornata speciale

Di GIANCARLO COSTA ,

Le K Bike al Mont Avic Trail con gli autori dell'articolo Mauro Saroglia e Gianfranco Mogliotti (foto Pantacolor)
Le K Bike al Mont Avic Trail con gli autori dell'articolo Mauro Saroglia e Gianfranco Mogliotti (foto Pantacolor)

Due dei protagonisti raccontano la giornata della gara in Kbike al Mont Avic Trail: Mauro Saroglia al traino e Gianfranco Mogliotti in sella alla Kbike, un dispositivo che permette di muoversi sui sentieri di montagna anche a chi non riesce più a usare le gambe. L'emozione di una giornata speciale in parole e immagini.

Di Mauro Saroglia

Poche righe, anche se ne servirebbero davvero molte di più, per raccontare di un’altra grande giornata sportiva trascorsa con i nostri amici atleti diversamente abili, in occasione di una manifestazione di altissimo livello. Il contesto paesaggistico era superbo anche se solo a sprazzi abbiamo potuto osservare l’ambiente che ci circondava.

L’invito fatto da Dennis Brunod per partecipare a questo evento con le Kbike non poteva essere ignorato e quindi ecco per la prima volta in assoluto ben 4 dei nostri missili pronti sulla linea di partenza cavalcati da 4 fantastici e coraggiosi atleti forse emozionati e carichi più di noi runner.

Ho pregato Dennis di porre particolare attenzione alla tracciatura del percorso che dovesse in primis garantire uno stardard di sicurezza adeguato alla circostanza, ma nello stesso tempo giustamente “lungo” e comunque “impegnativo” tanto da poter far vivere ai nostri atleti ed a noi stessi quel livello di “appagante sofferenza” determinando una sana e vera competizione.

Infatti è così che ci unisce la gioia e la motivazione per portare avanti un progetto che noi tutti crediamo importante e ogni tanto riesco per altro senza fatica a coinvolgere amici trailer che desiderano essere con noi.

Ma come dico sempre, e Gianfranco Mogliotti ormai nostro atleta di punta conferma, un regolamento, un pettorale, un’iscrizione, un percorso da fare a tutta e magari l’aspettativa di un ricordo materiale e non solo da portare a casa fanno sì che sia “gara vera”.

Quindi, appena dopo la partenza tra ali di folla amica festante, come non aspettarsi una impegnativa salita iniziale che sembrava non finire mai con i volti di tutti gli atleti tirati e i muscoli che non hanno avuto neanche il tempo di scaldarsi che subito sono stati impegnati in uno sforzo incredibile.

Che paura ad un certo punto scorgere il proseguo della prova dei 19 km sulla destra verso un ripido prato ed un bosco ma un po’ sollevati un attimo dopo quando ci hanno invece fatto proseguire sulla poderale di sinistra sempre senza un attimo di respiro.

Finita la parte di salita, giù a rotta di collo sempre su una poderale per diverse centinaia di metri sino a che pian piano la strada spianava e cercavamo quindi di compattarci un pochino. Non vediamo una deviazione sulla destra coperti anche da un po’ di pubblico e tiriamo dritto sino al traguardo con 3 equipaggi; disastro, come in una gara vera abbiamo sbagliato!

Che fare? Come si fa di solito! Si cerca di rientrare e quindi eccoci ripercorrere a ritroso parte del tracciato per cercare la deviazione perduta. Ritrovata la via maestra, eccoci su un sentiero impegnativo, abbastanza ripido in discesa e reso un po’ viscido dal meteo. Senza timore e con decisione, ma anche tanta attenzione, lo affrontiamo mettendo a dura prova ogni singolo componente delle nostre Kbike che non si smentiscono e resistono a condizioni tecniche davvero toste.

E i nostri atleti? Anche loro subiscono scossoni mica da ridere e immagino con che coraggio debbono sostenere la prova dalla poltroncina: provare per credere..

Ma neanche loro non mollano e ci incitano sempre con decisione. Si ritorna su una poderale che pensavamo ormai ci portasse verso il traguardo, ancora salita e sempre tosta. Non importa, nessuno di noi molla, e all’ultimo ristoro, che sfioriamo appena, ancora giù per un intrepido e scalinato sentierino molto impegnativo con tanti atleti che ci superano ma che non dimenticano di regalarci un sorriso ed un incitamento! Dopo una ventina di minuti che hanno fatto venir rossi i dischi delle Kbike, cominciamo a sentire il profumo del traguardo, le voci, gli applausi ed il pubblico che via via aumentava. I 300 metri finali sono incredibili, da brivido ed infiniti, una stradina di per sé già irta che ovviamente sembrava ancora più ripida per la fatica già espressa. Ognuno di noi dava il massimo e ci spronavamo a vicenda per non mollare mentre il sudore grondava sui nostri volti.

Forse Gian, Fabrizio, Lorenzo ed Egidio in quel frangente avrebbero voluto essere piccini per pesare meno, ma idealmente sotto lo striscione del traguardo vi assicuro che sulla Kbike non c’era nessuno.

Su una Kbike c'era invece Gianfranco Mogliotti: ecco il suo pensiero dopo la giornata del Mont Avic Trail.

“Sabato c’ero anche io al Trail del Mont Avic. Sono partito da casa, nell’Astigiano, che era ancora buio pesto e pioveva. Tutti i 150 km di strada non lasciavano speranza di poter fare una corsa senza inzupparsi. E invece no. Lasciando l’autostrada a Verres ci siamo inerpicati sul “toboga” di asfalto che sale verso la riserva naturale; in cima, ad aspettarci, un paradiso di luce.

Siamo arrivati alla partenza dove Gianni di Kratos ci aspettava con le KBike per regalarci un’altra grande giornata di emozione. Questa volta, di “bici per disabili ultratrailer” ce n’erano 4. Una ventina i “Running Angels” pronti a guidarci a vivere questa emozioni da superatleti.

Ultimi ritocchi alle sedute, pettorale vestito e via. Come dice Capitan Saroglia: “Se indossi un numero, c’è un percorso  e passi col chip al cancelletto di partenza, è gara e …pietà a l’è morta!”. Con Mauro “Gigante del Tor” hanno corso per me le bionde regine Raffaella Miravalle, Raffaella Scotto Busato e il mio fido “sherpa” Pier Luigi Rossi. Alla fine non guardiamo il tempo, ma di sottecchi uno sguardo al polso per vedere la media min/km la diamo tutti.

Io sono grato a loro. La forza e il cuore che ci mettono per farmi arrivare al traguardo, sono le medicine più efficaci che io possa prendere. Perché mi regalano normalità, sorrisi e felicità.”

Tutte le immagini del Mont Avic Trail sul sito www.pantacolor.it

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

Può interessarti