"Il disaccoppiamento" potrebbe essere la chiave dei futuri farmaci per la perdita di peso

Di GIANCARLO COSTA ,

Bernard Dematteis campione italiano di corsa in montagna (Foto Piergiorgio Chiampo)
Bernard Dematteis campione italiano di corsa in montagna (Foto Piergiorgio Chiampo)

Il metabolismo energetico funziona attraverso una serie di reazioni accoppiate. Questo significa che l'energia rilasciata dal metabolismo dei grassi, carboidrati e proteine viene immagazzinata in altre reazioni quali quella della produzione di ATP (una molecola ad alta energia) o immagazzinando i grassi ed i carboidrati. Il disaccoppiamento si verifica quando l'energia proveniente dalla metabolismo degli alimenti viene rilasciato come calore invece di essere catturato come ATP. I mitocondri cellulari (i centri di produzione energetica cellulari) contengono delle proteine disaccoppianti come UCP1, che permettono la conversione dell'energia direttamente in calore. Tutti i mitocondri contengono UCP1, ma sono particolarmente abbondanti nel tessuto adiposo bruno. L'organismo si è evoluto per immagazzinare energia (grasso) in maniera efficiente , ma ha anche sviluppato l'abilità di generare calore attraverso il disaccoppiamento, per proteggersi dal freddo e da condizioni di ipotermia (caduta della temperatura corporea). Le aziende farmaceutiche stanno mirando ai geni che causano il disaccoppiamento nelle cellule, per aumentare il metabolismo e così aiutare le persone a perdere grasso. Questo potrebbe portare a nuovi e più efficaci farmaci per la perdita di peso. (International Journal of Obesity, 32, S32-S38, 2008).

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  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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