Il vento dell’Africa soffia forte sulle montagne della Valsusa: allo “Stellina” domina l’Etiopia con Seboka Dibaba Tola al maschile e Aynalem Wo Woldemichael al femminile. Tommaso Vaccina 4º e Mariagrazia Roberti 3º

Di GIANCARLO COSTA ,

Lo storico podio dello Stellina 2011
Lo storico podio dello Stellina 2011

Era nei pronostici e così è stato. Per la prima volta il Memorial Partigiani Stellina è stato vinto dai corridori degli altipiani africani, gli etiopi Seboka Dibaba Tola al maschile e Aynalem Wo Woldemichael al femminile. 23 sono le edizioni di questa corsa, che dall’Arco di Augusto di Susa, porta i corridori sui sentieri alle pendici del Rocciamelone, fino al traguardo posto sulla spianata di Costa Rossa.

Un luogo dove si è fatta la nostra storia, il luogo dove il 26 agosto 1944, la divisione Stellina del Comandante “Aldo Laghi”, Giulio Bolaffi, combattè la battaglia partigiana per la liberazione dai nazifascisti. Sentieri dove noi oggi abbiamo corso, con sudore e fatica, da spiriti liberi appassionati della corsa in montagna, sono stati sentieri dove sudore e sangue furono spesi dai giovani di allora, alla ricerca di libertà e democrazia: un esempio da non dimenticare mai.

11 i chilometri e 1450 i metri di dislivello per una gara che solo ai meno attenti può sembrare in tono minore rispetto alle precedenti che hanno visto passare il meglio della corsa in montagna internazione, da Molinari a Wyatt a De Gasperi e per ultimo Martin Dematteis, vincitore del titolo Italiano nel 2010 proprio sui sentieri dello Stellina. L’Etiopia ha deciso di mettere il naso in una specialità non ancora frequentata, ed è stato subito il botto, sia pur con atleti di secondo piano rispetto a quelli che stiamo vedendo in azione ai campionati Mondiali di Daegu in Corea del Sud.

Impressionanti gli uomini in partenza, per le vie di Susa correvano al di sotto dei 3m/km, impressionanti all’arrivo, dove il vincitore Seboka Dibaba Tola (classe 1987), con il tempo di 1h03’59”, arriva a soli 10 secondi dal tempo record dell’anno scorso di Martin Dematteis, che peraltro era al traguardo con il fratello Bernard e gli altri azzurri della Nazionale di Corsa in Montagna. Impegnati nella preparazione di Pian del Frais, non hanno corso perché il tracciato dei Mondiali di Tirana in Albania sarà veloce e di salita/discesa. Forse, tempi del 2010 alla mano, per contrastare gli etiopi sarebbe servito il trio Martin Dematteis, Gabriele Abate e Marco De Gasperi, già sul podio nel 2010. Ma soprattutto dovrebbe far riflettere sul futuro della corsa in montagna, sulla tecnicità dei percorsi e sui sistemi di reclutamento e supporto delle giovani leve, giusto per non far la fine della corsa su pista e su strada, dove eravamo dominatori vent’anni fa e che ci vede relegati al ruolo di comprimari nel nuovo millennio.

Alle spalle di Tola si piazza il connazionale Asefa Mengstu Negewo in 1h05’45” (tempi di Abate e De Gasperi nel 2010), con il terzo gradino del podio occupato da un transalpino (e non succedeva dagli anni ’90 con Thierry Icart) Jean Cristhope Dupont in 1h07’26”, mentre ai piedi del podio si piazza Tommaso Vaccina dell’Atletica Terni, in 1h07’43”, buona prestazione per l’atleta pavese già quinto nella prima prova degli Italiani di Domodossola. Alle sue spalle il britannico Orlando Edwars 5° in 1h08’48”, mentre 6° in 1h09’10” finisce il più accreditato degli Etiopi alla vigilia, quel Hailegiorgis Dem Dereje capace di correre la maratonina in 1h00’00”! Alle sue spalle una coppia di scialpinisti di livello mondiale, con il valsusino Matteo Eydallin 7° in 1h10’10” che precede di pochi secondi il valdostano Jean Pellissier 8° in 1h10’32”, mentre 9° in 1h12’04” arriva chi la storia dello Stellina e della corsa in montagna la scrive da 30 anni, Antonio Molinari, seguito da Francesco Bianco 10° in 1h13’25”.

Impressionati gli uomini, stratosferiche le donne etiopi, per la prima volta allo Stellina impegnate sullo stesso percorso maschile; e la cosa dovrebbe far riflettere chi decide i percorsi visto che le specialità olimpiche della corsa sono sulla stessa distanza per maschi e femminine, per non parlare delle specialità emergenti dello skyrunning e del trail.

Le due etiopi (classe 1984) hanno viaggiato in coppia per quasi tutta la gara, con Aynalem Wo Woldemichael che la spunta nel finale in 1h15’05” su Mergetu Ifa Geletu seconda in 1h15’34” (tra l’altro 13a e 14a assolute). Sul terzo gradino del podio si piazza una leggenda della corsa in montagna nazionale, Mariagrazia Roberti della Forestale, che nulla ha potuto contro lo strapotere delle atlete Etiopi, terminando a 8 minuti in 1h23’30”, seguita dalla francese Julia Combe quarta in 1h29’33”, con l’austriaca Marion Kapuscinsky, altra protagonista storica della corsa in montagna internazionale, quinta in 1h29’33”. Poi erano in gara le migliori atlete piemontesi, visto che la gara faceva parte del Gran Prix delle Comunità Montane, con Maria Laura Fornelli sesta in 1h30’20”, Eufemia Magro settima in 1h31’15”, Francesca Bellezza ottava in 1h31’58”, Cristina Dosio nona in 1h32’41”e Marina Plavan decina in 1h35’37”.

23 edizioni sono tante, ma, nonostante le voci pessimistiche sulla prosecuzione della manifestazione, speriamo che lo staff dell’Atletica Susa con gli amici Adriano Aschieris e Paolo Germanetto (tra l’altro speaker tuttofare) non perdano l’entusiasmo e la voglia di portare avanti questa prestigiosa manifestazione internazionale di corsa in montagna, anche in onore dei Partigiani Stellina della Valsusa.

In allegato le foto e le classifiche maschili e femminili.

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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