Il Trail analizzato da Enrico Vedilei: dal podismo su strada alla corsa sui sentieri

Di GIANCARLO COSTA ,

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Di Enrico Vedilei C.T. Nazionale Italiana Ultratrail

Negli ultimi anni in Italia abbiamo assistito alla crescita esponenziale di quello che sportivamente si può definire un vero e proprio “fenomeno di massa”, tale da reindirizzare molti atleti praticanti il podismo su strada, verso le  

gare in montagna, o più semplicemente le prove sui sentieri sterrati. Quello che universalmente viene definito con il termine anglosassone “trail”, ovvero sentiero. Molti podisti erano stanchi di fare a gara con il cronometro e complice anche la frenesia della vita moderna, sono passati alla corsa in natura. Niente stress e possibilità infinite per godere dei panorami che rilassano anche la mente.

Un altro fenomeno che ha inciso molto sulla conoscenza e sulla crescita del movimento è la spinta mediatica della gara più famosa al mondo nel contesto naturalistico: l’Ultra Trail del Monte Bianco, conosciuto meglio come UTMB; gara di 160km circa che compie il periplo del Monte Bianco con quasi 10.000mt  di dislivello positivo che attraversa 3 Nazioni: Francia, Italia e Svizzera.

Questo sentiero è permanente e ben segnalato e si contano circa 35000/40000 trekker all’anno che lo percorrono impiegando dai 3 ai 4 giorni, chi accompagnato da guide e chi in solitaria.

In gara i migliori atleti specialisti del Trail impiegano meno di un giorno per portarlo a termine gli stessi 160 km. Questa gara ha un numero chiuso di iscritti (2300 partecipanti) e le iscrizioni si chiudono poche ore dopo essere state aperte.

Negli ultimi anni le richieste di partecipazione sono salite alle stelle e gli organizzatori sono stati costretti a selezionare delle gare (ormai il calendario ne conta più di 300) dove si assegna un punteggio in base ai chilometri e il dislivello positivo.

Il prossimo anno per partecipare all’UTMB bisogna aver totalizzato 5 punti e in sole 2 gare e questo meccanismo ha indotto molti organizzatori a organizzare gare sempre più lunghe e impegnative.

Basti pensare che in Italia nel 2006 le gare di ultratrail si contavano sulle dita di una mano, mentre nel 2011 si sono svolte più di 30 gare; di queste ben 7 hanno superato la distanza dei 100km e per la prima volta il numero di finisher del trail hanno superato quelli della strada/pista.

L’Italia dal 2009 ha portato una rappresentativa ai Mondiali di specialità e già in quella occasione per merito di Cecilia Mora, abbiamo conquistato la prima medaglia d’oro.

Lo scorso anno in Irlanda oltre all’argento individuale sempre ad opera di Cecilia Mora, abbiamo conquistato anche le medaglie d’argento a squadre, sia femminile che maschile.

Rappresentare l’Italia, vestire la maglia azzurra, ha dato un'altra piccola svolta al movimento intero, infatti oltre agli atleti citati sopra che amano la montagna e preferiscono correre in natura per rilassarsi, stanno emergendo anche atleti con caratteristiche specifiche e peculiarità chiaramente di natura tecnica. Non a caso in tutte le gare si osservano dei miglioramenti cronometrici importanti.

In questi anni spesso riceviamo richieste di consigli per miglioramenti logistici, affinamento delle tecniche di allenamento, materiali e alimentazione specifica rivolta a questa tipologia di gare. Per questo che è nato il progetto UWT (Ultramarathon  Working Team).

Per primeggiare in questa specialità a differenza dell’allenamento fisico e psicologico che caratterizza la corsa su strada, l’atleta necessita anche di una preparazione tecnica analitica e mirata, che verte su metodologie come tecnica di corsa in discesa/salita, l’equipaggiamento e il vestiario idoneo, particolari che in natura fanno spesso la differenza. Gestione dei recuperi e potenziamento specifico della muscolatura utilizzata. Questo perché il percorso trail non è omogeneo come la strada o la pista e quindi si incorre spesso in distorsioni e stiramenti. Un fisico preparato sarà più resistente in tal senso.

Stando a stretto contatto con i migliori specialisti italiani del settore, l’esperienza maturata è tanta, seppure le differenze tra metodologie e approcci personali sono ancora parecchie e si contraddistinguono a tutti i livelli. Ma ci sono delle linee guida fondamentali da seguire per migliorarsi e per confrontarsi con una disciplina bella ma dura come l’Ultratrail. Non si può più vagare nel buio e rendersi conto di aver sbagliato qualcosa solamente quando ci ferma a causa di un infortunio o nella gara preparata non si rende come si sperava.

UWT nasce con il preciso scopo di dare risposte a tutte queste domande.

www.ultramarathonworkingteam.com

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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