Tragedia allo Zugspitz Extremberglauf: morti 2 corridori – Germania

Di GIANCARLO COSTA ,

Zugspitze in una giornata di bel tempo
Zugspitze in una giornata di bel tempo

Domenica scorsa è finita in tragedia una corsa di skyrunning, la Zugspitz Extremberglauf, sullo Zugspitze, la montagna più alta della Germania con la vetta a quota 2962 metri. La "Zugspitze Extremberglauf", per i circa 600 corridori, era cominciata alle nove di domenica mattina a Ehrwald, in Austria, a quota 1020 metri. Il percorso previsto era lungo 16,1 chilometri con un dislivello di oltre duemila metri. Il record dela gara è di 2h03’, su un percorso che gli alpinisti percorrono anche in nove ore. Il massiccio della Zugspitze, fa parte della catena del Wetterstein nelle Alpi calcaree del Nord. Dopo la partenza, la temperatura relativamente elevata e la pioggia, si sono trasformate durante l'ascesa in temperature sotto lo zero, vento freddo e fitta neve dal cielo. Nella parte in quota del percorso alcuni corridori hanno cominciato ad accusare problemi di salute relativi all'altitudine e all'improvvisa temperatura fredda e sono stati soccorsi da un team di un centinaio soccorritori, ma per due atleti tedeschi non c'e' stato nulla da fare. I due uomini, di 41 e 45 anni, ''sono morti per sfinimento dovuto a ipotermia e carenza di ossigeno''. Lo si legge in un comunicato rilasciato dalla polizia della citta' bavarese di Weilheim. I due sportivi sono deceduti in momenti diversi ma ambedue a poche centinaia di metri dalla vetta, nonostante i tentativi di rianimazione. Durante la drammatica corsa, altre sei persone hanno dovuto essere trasportate in ospedale per il freddo e la fatica. Le loro condizioni sono migliorate e potranno tornare a casa. La neve in quota aveva iniziato a cadere fin dal sabato sera, ma nonostante ciò gli organizzatori non hanno rimandato la gara e tanti corridori non erano vestiti in modo adeguato per salire a 3000 metri in condizioni invernali. I soccorsi, oltretutto, sono stati rallentati dalle condizioni climatiche. Domenica gli organizzatori avevano messo in guardia su internet sulle possibili brutte condizioni meteorologiche, annunciando il pericolo di temporali e nevicate. E la maggior parte dei corridori aveva affidato lo zaino con gli indumenti di ricambio proprio agli organizzatori che li avevano portati in vetta, non avendo cosi altro con cui coprirsi durante la gara. Approssimazione degli organizzatori, inesperienza dei corridori, ma si può morire per una corsa su una montagna? Tutti vogliano vivere un po’ d’avventura quando ci muoviamo sulle montagne, vivere “Into the Wild”, ma l’istinto di conservazione dovrebbe metterci in allarme in certe giornate, a prescindere dai regolamenti delle gare, che in qualche caso obbligano a portare tanto materiale da sembrare superfluo (vedi gare di scialpinismo o trail running con zainetto, kway, pantavento e telo termico), ma che forse sarebbe servito a salvare le vite di questi 2 corridori e risparmiare i disagi di tanti altri.

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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