Sviluppare la Resilienza (Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport): il nuovo libro di Matteo Simone

Di GIANCARLO COSTA ,

Sviluppare la resilienza apertura
Sviluppare la resilienza apertura

Nella vita ci sono prove davvero durissime da affrontare, gestire e superare; non si è mai pronti per questo, le fasi da attraversare sono durissime ed è importante accettare e rispettare i propri tempi e le proprie modalità per riprendere in mano le redini della propria vita e ritornare alla quotidianità.
L’aiuto psicologico ha come obiettivo l’aiutare la persona a riprendere in mano le redini della propria vita, per poter uscire gradualmente dal tunnel, per potersi rialzare e riprendere a correre la propria vita con nuove modalità e nuove sfide. L’aiuto psicologico ha l’obiettivo di Sviluppare la Resilienza nelle persone, aiutare a ricostruire fiducia e relazioni, ricostruire se stessi, la propria attività.
L’aiuto psicologico ha l’obiettivo di ritornare gradualmente alla quotidianità, di riprendere le cose lasciate in sospeso, di prendersi cura di sé.

PREFAZIONE

L’evento traumatico si colloca nel percorso di vita di una persona come una frattura, una linea di demarcazione al di là della quale niente è più come prima. Le ripercussioni di un evento di tale portata sulla vita di una persona echeggiano in tutti i suoi ambiti di funzionamento: psicologico, sociale, relazionale e anche fisico.
L’evento traumatico, pertanto, rischia di essere una battuta d’arresto da cui, senza un adeguato sostegno o un’assistenza mirata e specializzata è difficile (se non impossibile) riprendersi.
La letteratura scientifica riguardante le conseguenze di eventi traumatici mette in luce la forte incidenza, tra le persone sopravvissute a quello che possiamo definire un trauma con la T (ovvero tutti quegli eventi che hanno attentato alla vita propria o a quella delle persone care) dell’insorgenza del Disturbo Post traumatico da stress. Ma non tutte le persone che sono vittima di eventi tanto terrificanti e destabilizzanti, vanno incontro a un esito del genere. A lungo, quindi, ci si è interrogati rispetto a quali fossero le caratteristiche, come in questo caso, che intervengono per far sì che una persona affronti un evento traumatico in un modo piuttosto che in un altro.
Matteo Simone spiega in modo dettagliato, all’interno del suo libro, cosa voglia significare essere “resilienti”, reagire davanti alle difficoltà, piegarsi ma non spezzarsi.
Attraverso i capitoli che compongono questo libro, egli riesce a delineare, nelle sue molteplici sfaccettature, l’importanza di questa caratteristica personale nell’affrontare gli eventi di vita stressanti, le sconfitte, i momenti di difficoltà.
Il nostro compito, in quanto psicoterapeuti, è quello di intervenire su due fronti per dare sostegno alle persone che vengono a chiederci aiuto. A coloro che sono in difficoltà, perché non riescono ad affrontare tutto da soli, perché hanno bisogno di qualcuno che li guidi fuori dal tunnel di paura, ansia, instabilità a seguito dell’evento subito. Ma il nostro supporto và anche a coloro che da soli sono riusciti a trovare le risorse per affrontare la drammaticità del momento, a chiedere aiuto e a uscirne più forti di prima.
Da trent’anni a questa parte, noi psicoterapeuti abbiamo dalla nostra parte uno strumento fondamentale che ci aiuta ad intervenire su questi due versanti con risultati sorprendenti: l’EMDR.
È grazie all’incredibile intuizione avuta da Francine Shapiro che oggi possiamo affermare di aver individuato una metodologia che ci aiuta a intervenire in modo focalizzato proprio dove c’è più bisogno, agendo sui quei vissuti, pensieri ed emozioni disfunzionali, che si ”congelano” nelle reti mnesiche del paziente, a seguito di un evento traumatico e che sono alla base degli sviluppi psicopatologici successivi.
L’efficacia di questo metodo è ormai riconosciuta a livello mondiale, numerose linee guida, tra cui anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (2013), hanno riconosciuto l’EMDR come strumento d’elezione per il trattamento dei traumi.

Ma l’EMDR permette di lavorare anche sugli aspetti positivi che hanno caratterizzato la vita del paziente, sulle sue risorse, appunto.
In questo caso ci si concentra sulla parte più funzionale e sul senso di autoefficacia personale del paziente attraverso la ricerca di passate prestazioni positive, l’individuazione di modelli vincenti, di sensazioni positive. E noi sappiamo bene quanto sia importante aiutare i nostri pazienti a riconoscere le proprie risorse personali a cui affidarsi nei momenti di difficoltà. I nostri pazienti, infatti, anche quelli che hanno attraversato eventi di vita devastanti, possono trovare delle risorse che li aiuteranno ad andare avanti. Andare avanti, continuare a vivere appieno la propria vita a seguito di un evento che ha sconvolto l’esistenza, trarre insegnamenti importanti dall’esperienza vissuta ed essere più forti di quando tutto è iniziato assume un nome ben preciso nella letteratura scientifica: crescita post-traumatica.
Attraverso l’EMDR possiamo intervenire in questo senso, aiutare i nostri pazienti a comprendere che l’evento traumatico vissuto, per quanto abbia avuto un’influenza devastante sulla loro vita, ormai appartiene al passato, e come tale non deve più interferire con la loro vita.
Siamo grati a Matteo Simone per essersi dedicato attraverso queste pagine a trasmettere le modalità più innovative per rafforzare le nostre risorse.

Prefazione di Isabel Fernandez
Presidente Associazione EMDR Italia
Presidente dell'Associazione EMDR Europe

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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