Mondiali di corsa in montagna in Valle Camonica: Belotti e l’Italia d’argento

Di GIANCARLO COSTA ,

La-squadra-azzurra-ai-Mondiali-in-Valcamonica.jpg (foto Piergiorgio Chiampo)
La-squadra-azzurra-ai-Mondiali-in-Valcamonica.jpg (foto Piergiorgio Chiampo)

Di Piergiorgio Chiampo

Non è arrivato l’oro, ma le tre medaglie d’argento e quella di bronzo sono bottino comunque importante per l’Italia che corre in montagna. In un contesto mondiale in continua crescita lo squadrone azzurro si conferma ai vertici anche nella 28^ edizione della rassegna iridata,disputata domenica. Un mondiale con 40 nazioni, in rappresentanza di tutti i continenti, con la presenza al via di quasi 400 atleti. Coinvolta nell’evento l’intera Valle Camonica, tra Temu’ e Ponte di Legno sedi delle partenze e il Passo del Tonale traguardo delle quattro prove in programma.

Prime a scendere in gara come sempre le juniores. Partenza all’altezza della stazione intermedia dell’ovovia tra Ponte di Legno e il Tonale. Per loro 3,9 km. con un dislivello di 310 mt. un breve anello di lancio e poi via sulla dura ascesa che subito seleziona il gruppo. La turca Sevilay Eytemis dopo poche centinaia di metri saluta la compagnia e inizia la sua corsa solitaria. Dietro di lei la tedesca Julia Lettl seguita dalla campionessa uscente la slovena Lea Einfalt e dalla britannica Annabel Mason. Posizioni consolidate nel punto più alto della corsa, prima del breve tratto finale in discesa verso il traguardo del Tonale, dove la Eytemis chiude la sua fatica dopo 20’14”seguita a 39” dalla Lettl e a 55” dalla Einfalt. La migliore delle azzurre è la bellunese Ilaria Dal Magro 15^ a 3’05”. Un distacco pesante certo, ma una prova comunque convincente quella della campionessa italiana che ha lottato con grinta in mezzo al gruppo senza mai demordere, facendo appieno il suo compito in un contesto davvero non facile. Lontane invece dalle migliori le altre due azzurrine Samantha Bottega e Sara Lhansour 32^ e 33^ al traguardo con distacchi di 4’46” e 5’16”. Alla fine Italia 10^ per nazioni, con titolo sul filo di lana alla Turchia, di un solo punto avanti alla Gran Bretagna seguite le due dalla Germania.

Da Ponte di Legno il via agli juniores. Per loro 8,8 km. e 760 mt. di dislivello con i primi 3,5 km. piuttosto veloci, prima dell’inizio dell’ascesa vera e propria. La fanno subito da protagonisti turchi e ugandesi, nonostante la partenza ad handicap per parte di questi ultimi non accortisi del via e ancora in fase di riscaldamento. Per almeno due terzi di gara a lottare tra di loro c’è anche un azzurro Nekagenet Crippa, uno che per generosità non è secondo a nessuno avendolo già dimostrato lo scorso anno nello “Youth Challenge” giovanile in Slovenia. Anche qui il tratto finale dell’ascesa consolida le posizioni con l’ugandese Michael Cherop bravo a resistere all’assalto finale del turco Adem Karagoz campione uscente. Sul traguardo Cherop in 42’33” precede di 12” Karagoz mentre per il bronzo l’altro turco Dag Sonmez staccato di 37” ha la meglio sull’ugandese Moses Kurong giunto a 47”. Il campione italiano Crippa perde ancora qualche secondo nel finale ma conserva l’ottimo quinto posto dall’assalto finale del recente bronzo europeo il tedesco Anton Palzer. Per il trentino 1’32” di ritardo ma la consapevolezza di aver disputato una grande gara, senza timori reverenziali per alcuno e non è poco per un giovane al primo anno di categoria, dal quale è lecito attendersi nella prossima stagione un’ulteriore passo avanti. Bravi anche gli altri azzurrini che con la loro prova hanno contribuito al bronzo a squadre dell’Italia preceduta da Uganda e Turchia nell’ordine. Dylan Titon e Cesare Maestri hanno chiuso al 12° e 13° posto, mentre sui sentieri della sua Valle Camonica pur pagando un pizzico di emozione Michael Monella è finito 22°.

Prova femminile sullo stesso percorso di quella juniores maschile. Dopo un primo tratto interlocutorio, con il gruppo in fila indiana, all’attacco della salita è l’austriaca Andrea Mayr (tre volte iridata e quest’anno in gara anche nella maratona olimpica di Londra) a prendere decisamente in mano le redini della corsa. La sua andatura, caracollante ma redditizia, fa subito la differenza e in breve il suo margine sulle altre raggiunge i 50”. A questo punto dal gruppo esce l’azzurra Valentina Belotti , l’atleta più attesa di questi mondiali, almeno dagli italiani e in particolare da tutta la Valle Camonica, dove lei risiede nel paese di Temu’. La camuna nel tratto tra il sesto e l’ottavo chilometro riduce ad una ventina di secondi il divario dalla Mayr senza però riuscire a colmarlo nell’ultimo tratto dove il ritmo dell’austriaca riprende vigore e la nostra atleta paga un po’ nella discesa finale. Sul traguardo quarto sigillo mondiale per la fuoriclasse austriaca in 46’35”. La Belotti splendida seconda a 29” tra la sua gente, porta a casa l’ennesima medaglia di una carriera esaltante. Il bronzo a 51” va alla statunitense Morgan Aritola, seguita dalla turca Burcu Buyukbezgin e dall’altra austriaca Sabine Reiner. Fuori dalla “top ten” le altre azzurre, con Renate Rungger 13^ a 3’09”, 14^ Alice Gaggi a 3’19” e 17^ la campionessa italiana Antonella Confortola a 3’58” per un’Italia all’argento a squadre preceduta dagli Stati Uniti e davanti alla Svizzera. Un’ ottimo argento indubbiamente per le nostre, anche se è inutile negarlo, speranza di tutti, atlete in primis, era quella di riconfermare il titolo vinto lo scorso anno in Albania. Tra l’Italia e l’oro, ci si è messo però anche permettetecelo, un pizzico di sfortuna. L’infortunio muscolare rimediato dopo poche centinaia di metri di corsa dalla Confortola, scivolata su uno dei ponti in legno, ha indubbiamente condizionato in modo determinante la prova della trentina, brava in ogni caso a portare a termine la gara pur menomata. La Rungger rientrata solo quest’anno dopo la seconda maternità è in continua e costante crescita di condizione, ma non è ancora ai livelli che gli permisero nel 2008 di arrivare all’argento mondiale. Al di là delle attese invece la prova di una Alice Gaggi davvero brava ad inserirsi tra atlete che almeno in questa formula di gara parevano decisamente superiori a lei, più specialista in percorsi cosiddetti “misti”. Un indice di grande maturazione per la più giovane delle nostre, che al di la dell’indubbio talento vede premiata la sua volontà e il suo spirito di sacrificio.

E andiamo alla prova maschile, tradizionale chiusura del programma iridato. Partenza da Temù, con la prima impegnativa salita (prevalentemente su strada) a Villa Dalegno, seguita da un altrettanto insidiosa discesa a Ponte di Legno, dove il percorso prosegue sino al Tonale sullo stesso tratto affrontato in precedenza da donne e juniores maschili. In tutto per gli uomini 14,1 km. con complessivi 1150 mt. di dislivello. E’ subito lotta Eritrea contro Italia, o meglio azzurri a cercare in qualche modo di contenere lo strapotere degli africani. Dopo Ponte di Legno, nei lunghi falsipiani prima della salita vera e propria, se ne vanno via in tre: gli eritrei Petro Mamo e Azeria Teklay in compagnia della sorpresa di giornata il russo Andrey Safronov, uno da 13’30” sui 5000 , tanto per intenderci. Al loro inseguimento l’azzurro Gabriele Abate e gli eritrei Debesay Tsige e Atoy Estifanos, seguiti a pochi metri da altri due azzurri Bernard Dematteis e Marco De Gasperi, mentre poco più dietro si ritira il sei volte campione europeo Ahmet Arslan, in evidente difficoltà sin dall’inizio. Le prime rampe dell’ascesa creano subito un’ulteriore selezione. Mamo, quarto nei mondiali due anni or sono, stacca tutti e inizia la corsa verso il titolo mondiale. Dietro Teklay, sulla carta il più accreditato degli eritrei è un po’ in difficoltà nello staccare un Safronov che pare non mollare mai. Gli altri, compresi i nostri sono già lontani dai tre di testa. Tsige sembra vincere la sua personale lotta con gli azzurri che iniziano invece quella tra di loro per un quinto posto comunque assai pregevole a livello mondiale. E’ bello il testa a testa tra Abate e De Gasperi che si protrae a lungo, con le tifoserie ad incitare i due e l’incredibile Alex Baldaccini li a pochi metri in controllo, pronto a far da terzo incomodo e a piazzare la zampata. Quando Mamu terminata la breve discesa finale taglia dopo 1h01’34” il traguardo, Teklay ha appena scollinato e si lancia verso il suo terzo argento mondiale, vanamente inseguito da Safronov che sarà di bronzo, un grande bronzo per il russo. All’arrivo distacchi per i due di 1’13” e 1’32”. La “ medaglia di legno” va a Tsige staccato di 2’30”. Sull’ultima durissima erta, punto più spettacolare della gara, dove sono assiepati centinaia di appassionati, si decide anche la lotta tutta azzurra per le posizioni dal 5° al 7° posto. La spunta Abate con un allungo al culmine della salita, seguito a pochi metri da Baldaccini e ad una manciata di secondi da De Gasperi. Ritardi per i tre di 3’19”, 3’25” e 3’36”. A completare la “top ten”giungono poi , in altro russo Yuriy Chechun, lo statunitense Glenn Randall e l’eritreo Estifanos. Tredicesimo a 4’29” il quarto degli azzurri Xavier Chevrier, 19° il campione italiano Bernard Dematteis staccato di 5’15” mentre il sesto dei nostri Antonio Toninelli chiude 49°.

A livello di squadra l’Italia cede lo scettro all’Eritrea e va all’argento davanti alla sorpresa Russia che relega al 4° e 5° posto le più blasonate U.S.A. e Francia. Per la nazionale di Raimondo Balicco una bella medaglia di argento, ovvero sulla carta quanto di meglio si potesse ottenere. Troppo forti gli eritrei. In sede di pronostico erano semmai gli americani, davanti a noi due anni orsono in egual format di gara a contenderci la seconda piazza. Tra gli azzurri come detto , grande affidabilità ha mostrato ancora una volta Abate, il migliore dei nostri sia agli europei che ai mondiali. Splendida la prova di Baldaccini, atleta di grandi qualità, anche umane, il che di questi tempi davvero non guasta. De Gasperi , non sarà più ne dominante ne vincente come una volta, del resto gli anni passano anche per lui, ma in campo gli va riconosciuto, per la squadra “il cuore oltre l’ostacolo” lo butta sempre. Chevrier, talento puro e lo si è visto in tutta la stagione, la prima vera a livello assoluto. Potrà fare cose straordinarie. Bernard Dematteis, ha dominato a livello nazionale, poi la condizione è scesa, purtroppo. Nonostante tutto domenica e come già aveva fatto agli europei, nel momento di difficoltà con grinta e sofferenza ha tirato fuori tutto ciò che poteva dare. Un esempio di “spirito azzurro” per molti. Toninelli, il talento nessuno glielo nega, ma deve trovare continuità e affidabilità.

A Ponte di Legno la WMRA ha anche assegnato l’organizzazione delle prossime due edizioni del mondiale di corsa in montagna andate a Polonia (2013) e Nigeria (2014).

In allegato foto e classifiche

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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