La Volpato si racconta : ecco i segreti della Maratona

Di ALBERTO ,

La capitana di Assindustria ha spiegato come si prepara una maratona, svelando i suoi segreti. «Le scarpe? Le cambio ogni 800 chilometri»

«Riprendere dopo l’operazione al tendine non è facile, ma ad aprile voglio tornare a correrne una»

(Padova 08.10.10) Giovanna Volpato svela i suoi segreti. La capitana della squadra gialloblù ha raccontato come si prepara una maratona nella serata organizzata allo stadio Colbachini dal Gruppo Podisti di Assindustria, diretto da Antonio Petterlin. L’atleta di Oriago, che in carriera ne ha corse 11, partecipando anche a due Mondiali e a due campionati europei, è partita dalla sua esperienza personale per rispondere poi alle domande dei tanti appassionati presenti.

«Ricordo quando ho affrontato il primo allenamento lungo, in preparazione del mio debutto nella maratona, a Reggio Emilia. Dopo due ore e qualche minuto ho detto al mio allenatore (Mario Del Giudice, presente in sala con lei, ndr): basta, non fa per me. Lui, che mi seguiva in bici, mi ha risposto: guarda che dobbiamo almeno tornare al campo prima di poterci fermare. Così l’ho finito – ha raccontato l’atleta di Oriago – La gara, poi, è stata persino più semplice degli allenamenti, ma ho mancato la vittoria per pochi secondi e mi sono di nuovo detta: non fa per me. Ripenso a quella prova con affetto, perché c’era l’emozione dell’esordio, anche se da ogni maratona, in realtà, impari qualcosa. Ho comunque tenuto duro e, nell’aprile dell’anno dopo, ho vinto a Padova».

Giovanna viene da un periodo travagliato. «Il dolore al tendine era troppo forte e così a luglio mi sono sottoposta a un’operazione. Non voglio certo fermarmi qui: ricominciare non è stato facile ma ho ripreso a correre e a marzo o ad aprile del 2011 conto di ripresentarmi al via in una maratona». La preparazione è impegnativa: Volpato ha confessato di arrivare a correre «anche 200-210 chilometri a settimana. Ma non spaventatevi: fanno così tutti i top runners. Gli allenamenti? Sono 13 a settimana, due ogni giorno tranne la domenica, quando ne faccio uno».

Come sempre, uno degli argomenti più gettonati è l’alimentazione. «Bisogna nutrirsi bene. A volte vedo ragazze che arrivano al campo e si lamentano di non riuscire a correre e poi, se parli con loro, scopri che in tutta la giornata si sono limitate solo alla prima colazione. E invece non bisogna dimenticare che l’alimentazione dà la benzina ai muscoli: nella mia dieta c’è una colazione abbondante, uno spuntino a metà mattina (magari con un frutto), a pranzo mangio pasta e verdura e a sera cerco di assumere proteine, con carne o pesce accompagnati da verdura. Se mangio la pastasciutta la mattina della gara? So che tanti lo consigliano ma io ho lo stomaco chiuso e non ci riesco proprio. Preferisco le fette biscottate con la marmellata».

E poi, bisogna curare ogni dettaglio. «Le scarpe sono fondamentali. Chi va a correre una maratona non può usare le scarpe appena comprate, non sai mai come reagirà il piede. Io, ad esempio, comincio ad adoperarle un mese e mezzo prima, per un allenamento a settimana. Quanto mi durano? In media le cambio ogni 800 chilometri, diciamo ogni mese e mezzo circa. Il ragionamento fatto per le scarpe vale per i calzini: usate quelli già adoperati e state attenti a infilarli senza che facciano pieghe, potrebbe uscirne una vescica. Sono i particolari che possono rovinarti una maratona».

Infine un’ultima confessione. «Sono sempre stata scettica riguardo all’idea di farmi aiutare da uno psicologo dello sport, come fanno in tanti. Negli ultimi mesi, però, mi sto facendo seguire da una persona. Vedremo se ci saranno risultati: ve lo racconterò la prossima volta» ha sorriso Giovanna, applaudita da circa un centinaio di persone.

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