A Issogne Marco Olmo ha raccontato il suo Miglior tempo

Di GIANCARLO COSTA ,

Serata al Castello di Issogne con Marco Olmo premiato dal Sindaco Battistino Delchoz (foto Debora Marchesini)  (7)
Serata al Castello di Issogne con Marco Olmo premiato dal Sindaco Battistino Delchoz (foto Debora Marchesini) (7)

Sono iniziati venerdì scorso 14 luglio gli “Incontri d’Autore al Castello di Issogne” con la serata dedicata a Marco Olmo, l’ultra-runner cuneese conosciuto in tutto il mondo per aver vinto 2 volte l’Ultra Trail Mont Blanc (e un terzo posto su una gara di 160km con 8000 metri di dislivello, considerata la gara più prestigiosa del mondo trail running) ed aver partecipato per ben 22 volte alla Marathon des Sables con ottimi risultati sia assoluti, 3 volte sul podio, che tra i veterani, visto che Marco ha 68 anni!

Qualcuno potrà obbiettare, “cosa centra un corridore con una serata culturale?” Obbiezione sbagliata, perché Marco Olmo, oltre ad aver corso un numero incredibile di chilometri su montagne e deserti di mezzo mondo, ha anche scritto, con i co-autori, tre libri, hanno realizzato su di lui due film e una canzone.

Nella serata ambientata nello splendido Cortile del Melograno del Castello di Issogne, che ho avuto l’onore di presentare (anche per me Marco Olmo è un mito) grazie all’invito di Graziella Priod del Comune di Issogne, alla quale hanno presenziato il Sindaco Battistino Delchoz e la Presidente della Biblioteca Bianca Felesini, abbiamo iniziato proprio con la canzone “Marco corre” realizzato dal gruppo genovese Ex-Otago e presentata a Sanremo.

Prima di presentare i suoi libri, l’intervista è iniziata con il richiamo al “Mondo dei vinti”, il libro di Nuto Revelli che meglio di ogni altro ha fotografato nel dopoguerra la vita contadina delle Langhe, le colline cuneesi sovrastanti Alba, la città dove è nato Marco Olmo, prima di trasferirsi piccolo con la famiglia a Robilante. Da quelle radici, dal Mondo dei vinti, è nato un vincente, non solo per i risultati sportivi fini a se stessi, ma per il modo di interpretare le corse in natura, sia sulle montagne che nei deserti, il viaggio fatto solo con le proprie gambe sulla neve gelata come sulla sabbia bollente.

“Ho iniziato a correre un po’ per riscattarmi – dice Marco Olmo - dopo aver abbandonato i lavori che facevo sulla terra, come boscaiolo e contadino, ed essere andato a fare l’operaio nel cementificio del mio paese, come facevano tutti. Erano tempi duri, c’erano pochi soldi e si viveva con poco. A 27 anni un incidente in moto mi ha rotto qualche osso e fatto passare un po’ di tempo sul letto di un ospedale, dalla finestra potevo vedere le mie montagne e ho iniziato a pensare che potevo andarci anche a piedi, così ho iniziato a correre...Considero il deserto la mia seconda casa, ho corso 22 volte la Marathon des Sables, ho vinto altre corse nei deserti come la Desert Cup e mi sono sempre trovato bene in quei posti e con i loro abitanti.”

Abbiamo detto di due film e tre libri. Il primo film è del 2009 di Paolo Casalis e Stefano Scarafia “Il Corridore – The Runner”. Quest’anno invece è stato realizzato da RaiSport su input di Elisabetta Caporale, la commentatrice dell’atletica, “Il riscatto dei vinti” per la seria Nazionali, che andava in onda la domenica sera al termine de La Domenica Sportiva. Un suggestivo racconto sulla vita di Marco Olmo, che è stato proiettato durante la serata.

Poi i libri. Sempre del 2009 “Correre è un po’ come volare – conversazioni con Marco Olmo” scritto da Franco Faggiani.
Nel 2012 è uscito il secondo libro “Il corridore – Storia di una vita riscattata dallo sport” scritto da Marco Olmo con Gaia De Pascale edito da Ponte delle Grazie.
La serata è servita per presentare il suo terzo libro, “Il miglior tempo. Esercizio, alimentazione e stile di vita per essere sani e attivi a tutte le età” scritto con Andrea Ligabue ed edito da Mondadori.
“Sono diventato vegetariano per motivi di salute e poi per ragioni etiche, penso di aver dimostrato che la mia è una scelta che funziona.”

Impossibile non chiedergli in Valle d’Aosta del Tor des Geants: “Ho fatto tre volte l’UTMB, e già mi sembra una roba da matti, da solo non lo farei un Giro del Monte Bianco, poi in gara cambia tutto, il serpentone dei corridori, il tifo, l’assistenza, tutto insieme ti trascina al traguardo (ndr. 2 vittorie e un 3° posto il suo palmares all’UTMB, 21 ore e 30 minuti il suo miglior tempo). Per me una corsa più lunga di 24 ore non ha senso, lo scopo del corridore è andar forte e non fare una gara controllata per arrivare in fondo. Mi da più soddisfazione fare una gara più corta ma da tirare a tutta, che magari vincere una gara lunga controllando il vantaggio. É una questione di sensazioni.”

A una domanda del pubblico, se dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, cioè la moglie Renata Dalmasso: “Direi proprio di sì, visto che è da 39 anni che mi sopporta!”

Proprio così, questo è il miglior tempo di Marco Olmo, fiero di se stesso e delle sue scelte, ma sempre a basso profilo e con molta ironia, un vincitore arrivato dal Mondo dei vinti.

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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