Il Biofeedback

Di ALBERTO ,

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Le tre associazioni professionali in Biofeedback statunitensi, la Association for Applied Psychophysiology and Biofeedback (AAPB), la Biofeedback Certification Istitution of America (BCIA) e la International Society for Neurofeedback and Reasearch (ISNR) sono arrivate consensualmente nel 2008 a definire il Biofeedback come il processo che rende possibile ad un individuo di imparare a conoscere i propri cambiamenti fisiologici con l’intento di aumentare la salute e la performance. Precisi strumenti, infatti, misurano attività fisiologiche come l’attività elettrica cerebrale, la funzionalità cardiaca, la respirazione, l’attività muscolare e la temperatura cutanea. Questi strumenti danno all’utente rapidamente ed accuratamente continue informazioni di “feedback” (per es. mediante stimoli visivi e/o uditivi). La presentazione di queste informazioni, spesso associate a cambiamenti di pensiero, di emozioni e di comportamento, supportano i cambiamenti fisiologici desiderati. Alla fine, questi cambiamenti perdurano anche dopo l’utilizzo del biofeedback.
I primi ambiti di impiego di questi strumenti furono, a partire dalla fine degli anni sessanta, di tipo clinico. Si cominciarono a trattare problemi cardiologici, asmatici, diabetici, ansiosi, depressivi, fobici, disturbi legati allo stress cronico, ecc. Successivamente, anche col progredire della tecnologia che ha notevolmente ridotto i volumi ed i costi di questi sofisticati prodotti, si è cominciato ad utilizzare i biofeedback anche nello sport. Il razionale si basa sull’assunto che il controllo volontario di attività fisiologiche possa verificarsi solo in determinate condizioni mentali di elevata conoscenza di sé e concentrazione. I parametri fisiologici di maggior riferimento per gli sportivi sono la Frequenza Cardiaca (FC), la Varianza della frequenza cardiaca (HRV), la Attività Elettrodermica (GSR) ed la Attività Elettrica Cerebrale (EEG) particolarmente importante per allenare l’attenzione. Oltre a questi parametri, possono essere rilevati anche la Temperatura Cutanea (TEMP), la attività Elettrica Muscolare (SEMG), la Pressione Arteriosa (PA), i Movimenti Respiratori (RESP), la variazioni della Concentrazione di Anidride Carbonica nel sangue (Capnometria) e della Concentrazione di Ossigeno nel Cervello (HEG). Le sedute di Biofeedback, guidate da mani esperte del medico, del neuropsicologo e/o di un operatore qualificato di biofeedback, durano mediamente dai 20 ai 45 minuti ed includono esercizi, anche mediante l’utilizzo di software simili a videogiochi, specifici per ogni tipo di sport. In Italia, non sono molti i centri che praticano quotidianamente il Biofeedback. Un esempio è la facoltà di Scienza Motorie dell’Università di Chieti e Pescara che recentemente ha effettuato studi su atleti nazionali di tiro a segno. Di seguito alcune immagini, reperite sul web, di biofeedback in cui è possibile vedere uno strumento portatile ed alcuni sensori con i grafici rappresentati su PC.

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