Garda Trentino Trail: 800 al via, Bonardi e Kessler vincono la lunga distanza, Modena e Dalmasso la media distanza

Di GIANCARLO COSTA ,

Manuel Bonardi vincitore Garda Trentino Trail (foto organizzazione)
Manuel Bonardi vincitore Garda Trentino Trail (foto organizzazione)

Corriamo si, corriamo no. L’interrogativo da giugno a questa parte è sempre lo stesso. Si corre, si rinuncia, si rimanda, si posticipa, si annulla. Senza scomodare troppo la matematica crediamo di poter asserire con certezza che la maggior parte dei comitati sportivi ha preferito posticipare le gare alla prossima stagione sperando in un anno migliore, dal punto di vista sportivo. Qualcuno invece, come ad Arco, ha pensato che si poteva tentare ciò che tanti non sono riusciti a fare: correre ugualmente regalando una gara spettacolare sui monti intorno alla parte nord del Lago di Garda.

Non appena metti piede ad Arco capisci subito qual è la cornice del paese. Entri nel viale principale e cominci ad ammirare le vetrine dei brand store, rigorosamente monomarca. Salewa, La Sportiva, Hoka One One, Dynafit, Karpos, Patagonia, Montura e diversi altri negozi multi-marca. Si parla una sola lingua, quella della montagna, quella degli sport in montagna. Ti senti a casa. Ecco, avete presente quando vi dicono: “Ma se tu avessi una carta di credito con 100 mila euro da spendere che ci faresti?”. Verrei ad Arco e svaligerei qualche decina di store e rigorosamente in camper girerei tutto l’arco montuoso circostante. Capisci anche che c’è poco da scherzare quì. Le montagne sono veri e propri pendii a picco. Ed è quello che hanno testato sulle gambe gli oltre 800 atleti al via.
Dal venerdì, tutta la giornata è stata dedicata alla consegna dei pettorali in spazi ampi e con orari da scegliere a discrezione degli atleti. Distanze e mascherine per la sicurezza di tutti e via a far brillare gli occhi tra un fiume, una falesia e qualcuna delle ultime uscite in tema di scarpe da trail.

La mattina arriva presto e la Garda Trentino Trail dà il via alla distanza “lunga” alle 7 in punto. 61 km per circa 3700 metri di dislivello. Una vera e proprio ultra marathon. Alle 8 parte la Tenno Trail, la terza in graduatoria per distanza. Alle nove la seconda genita, La Ledro Trail, che quest’anno però non tocca il lago di Ledro ma “solo” quello di Tenno, 40 km per 2500+ per lei. Poi la prima edizione della Garda Trentino Run, una fiammata da circa 11 km.
I percorsi vagano sulle colline dietro Arco, con direzione Riva del Garda, salendo e scendendo continuamente. Se già normalmente l’inizio di una gara di lunga distanza è di difficile gestione, “il mangia e bevi” continuo mette a repentaglio coronarie e conservazione fisica. Di mio cerco di essere molto accorto. Cerco di essere saggio fino a quando non avrò capito bene di che morte devo morire. Rimango a metà gruppo, non dando mai peso ai sorpassi né tantomeno alla posizione. Ho voglia di arrivare, vivo.

Davanti però, quelli seri, non stanno lì tanto a guardarsi. O meglio, Bonardi a fine gara dirà che per i primi 40 km è rimasto molto tranquillo perché era la prima volta che affrontava una distanza del genere. C’è da credergli anche se al Canale di Tenno, primo intertempo ha poco meno di 7 minuti sul secondo. Nella Ledro invece non c’è trippa per gatti. Modena già dalle prime rampe fa capire che non ha molta intenzione di stare a guardare. Forte della vittoria dello scorso anno, saluta la truppa senza troppe difficoltà e scava un solco importante sul secondo. Arriverà con oltre 20 minuti di vantaggio. Un missile. Le salite vere arrivano proprio al crocevia di Riva del Garda dove i due percorsi più lunghi di dividono. La montagna incombe forte sulla testa di tutti e si comincia a salire, salire, salire e ancora salire. Sfiancante ma incredibilmente panoramica la strada che porta verso il Comune di Tenno. La vista rincuora e ringalluzzisce gli animi e le gambe, che hanno bisogno di un po’ di tregua per riprendere da subito a salire. Salgo regolare, senza strappi, continuando la mia personale condotta di gara. Fino al ventesimo, non si guarda l’orologio, poi, se le sensazioni sono buone si accelera dove possibile. Tra un gel, una barretta, sali e acqua si arriva all’ultima ascesa di giornata. Ripida, sconnessa, a volte scivolosa. Bellissima. Ecco forse in questo caso i bastoncini avrebbero aiutato. E’ il momento di mettere in pratica la raccomandazione del c.o. per affrontare l’ultima discesa? Sembrerebbe di no. I primi due, forse meno, chilometri scendono dolci e comodi, poi “la morte”. La morte della caviglie che gridano, urlano in un’unica sinfonia insieme a quadricipiti e ginocchia. Bastarda, si può dire? Credo di si. Ripida, scoscesa, con tanti sassi mossi, foglie e tornanti. Bellissima e bastarda, crea problemi a tanti che non hanno risparmiato le gambe pensando che poi alla fine, è una discesa. Come tutte le cose però finiscono e si entra ad Arco. I ciottoli dei vicoli alti ti ricordano però che non è ancora finita e devi ancora dare il meglio.

Lo sa bene Bonardi, che amministra il suo enorme vantaggio su Pellegrini. Ben 17 minuti. Ancor più tranquilla Kessler che precede la seconda di giornata, Gisella Beretta di oltre un’ora. Un altro passo si può dire. Chiudono il podio della Garda Trentino Trail: Elke Keller tra le donne e Dohla per gli uomini.

Modena nella Ledro Trail segna un tempo incredibile: 3h34’ per chiudere circa 40 km con quasi 2200 metri di dislivello. Vince la distanza media al femminile Monica Dalmasso in 4h22’.
La Tenno Trail incorona invece Enrico Cozzini e Nicol Guidolin.

Il mio attacco alla Ledro Trail finisce in maniera molto positiva secondo le mie aspettative. Mi sono goduto una gara perfetta, organizzata nei minimi particolari, con standard elevati. Segnaletica e gestione del percorso senza sbavature, ristori “covid free” con tutto ciò di cui l’atleta necessita senza alcuna mancanza. Forse l’unica nota che abbiamo trovato “diversa” da quanto raccontatoci è il fondo. C’era forse un po’ di asfalto e cemento in più rispetto a quanto descritto ma potrebbe anche essere una sensazione. In realtà fare un chilometrino in asfalto in falsopiano aiuta a riprendere l’uso degli arti inferiori e tornare ad essere pronti per le ripide ascese. Nonostante la bastardaggine dell’ultima discesa dove ho immolato ben 4 unghie con l’entrata in graduatoria dei due mignoli o mellini che dir si voglia, beh, mi ci sono fiondato quasi a capofitto. Farsi male è un attimo, fare la differenza è altrettanto un attimo. Ho provato la seconda, ma mica per chissà quale posizione.

Top Kudos per la Garda Trentino Trail, top per location, top per percorso, top per organizzazione. Era la quinta edizione. Alla sesta si prevedono fuoco e fiamme?

Di Emanuele Iannarilli | Running Passion

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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