Euromarathon Kopper-Muggia (TS) incorona Henry Kimtai Kibet. Fra le donne Aleksandra Fortin

Di MARCO CESTE ,

Euromarathon Kopper Muggia
Euromarathon Kopper Muggia

Il ventinovenne keniano Henry Kimtai Kibet è il nuovo volto dell’EuroMarathon. La sua vittoria fa segnare il record della manifestazione, regalando ulteriore spessore tecnico a una kermesse podistica che, nonostante le condizioni meteo avverse, ha visto più di 500 atleti raggiungere il traguardo muggesano, dopo aver affrontato i 21,097 km che hanno origine alla Taverna, l’antico magazzino del sale di Capodistria.
Kibet è nato a Eldoret, a quasi 2700 metri di quota, nella tribù dei Kalenjin, vera e propria culla del fondo e mezzofondo internazionale, sui maestosi altipiani della Rift Valley. Il suo arrivo sotto lo striscione del traguardo è stato imperioso, il più bello di queste sei edizioni: una volata iniziata a 100 metri dal traguardo, condotta a un ritmo da velocista, che gli ha permesso di staccare un’altra gazzella africana, il connazionale Hillari Bii, che alla vigilia della gara veniva accreditato come il favorito, avendo un personale sulla distanza di 1h01’15”.
La gara, in realtà, è stata piuttosto equilibrata fino al 10° km, passato in 30’07”, in perfetta linea con la tabella indicata per il record.
La salita di Ancarano, a quel punto, ha fatto selezione, andando a frammentare il gruppetto di testa formato dai keniani David Tum, Edwin Kemboi, dagli stessi Kibet e Bii e, attardato di una trentina di metri, dal marocchino Ahmed Nasef.
Solo attorno al 15° km Kibet e Bii sono usciti allo scoperto, staccandosi dal plotone al comando e ingaggiando una battaglia testa a testa, sotto una pioggia battente che, fino a quel momento, aveva risparmiato gli atleti in gara.
La curva finale di riva De Amicis, quindi, si è trasformata nella corsia di una pista di atletica, con i due top runners che hanno aperto il gas negli ultimi metri, giocandosi il tutto per tutto.
Lo sprint finale ha incoronato Kibet, primo in 1h03’35”, abile ad abbassare il crono di 8 secondi, rispetto all’etiope Georgis Haile, vittorioso nel 2009.
Kibet e Bii hanno consegnato diversi secondi a Tum, terzo in 1h04’11”, a Kemboi, quarto in 1h04’36”, a Nasef, quinto in 1h05’50”, e a Kipsang Biwott, sesto in 1h09’39”.
Ottima settima posizione per il triestino David Daris, primo italiano al traguardo. L’atleta del Gruppo Generali ha chiuso in 1h10’51”, avendo la meglio sui forti friulani dell’Atletica Buja Carlo Spinelli (1h12’06”) e Francesco Tamigi (1h12’28”), al termine di una battaglia che si è decisa al 10° km, quando Daris ha cambiato marcia, involandosi in solitaria per i restanti 11 km.
La gara femminile, invece, non ha riservato grandi sorprese. La slovena Aleksandra Fortin e la friulana della Maratonina Udinese Isadora Castellani, infatti, hanno deciso di non farsi del male, correndo la gara insieme e oltrepassando la linea del traguardo, in 1h23’40”, mano nella mano.La Fortin, formalmente indicata come la vincitrice, ha così restituito il favore all’amica friulana, che solo sette giorni prima le aveva fatto da lepre, per metà gara, alla Maratona di Francoforte, conclusa dalla slovena con il personale di 2h48’. Quandola Castellani ha rallentato per un dolore al piede, quindi,la Fortin l’ha aspettata per scortarla verso il Mandracchio muggesano, dimostrando un forte spirito decoubertiniano.
Alle loro spalle si è piazzata Alessandra Lena, portacolori dell’Atletica Brugnera, terza in 1h24’52”, davanti a Erika Bagatin (Santarossa Brugnera/1h28’31”) e a Frantiska Kasparova (Atletica Dolce Nord-Est/1h29’19”). 

GIACOMO LICEN PORRO SI IMPONE NELLA SHORT RUN COMPETITIVE
10 KM COMPETITIVA DA ANCARANO A MUGGIA

Non chiamatela sorella minore. La Short Run Competitive, infatti, pur essendo alla prima edizione, è riuscita a dimostrare di avere le carte in regola per diventare una valida alternativa all’EuroMarathon, la mezza maratona che unisce Capodistria a Muggia.
Hanno risposto in 100 all’appello dell’Evinrude, scegliendo di darsi battaglia sui 10 km che dividono Muggia da Ancarano.
L’ha spuntata Giacomo Licen Porro, che non ha avuto difficoltà a liquidare le resistenze di alcuni giovani virgulti del Marathon, venuti a farsi le ossa in mezzo alle vecchie volpi del podismo triestino.
L’atleta della Sportiamo ha scoperto le carte solo dopo 1 km di gara, dopo le prime fasi in cui ha corso insieme al gruppetto dei più giovani.
Licen Porro è andato via sul primo tratto in salita, impostando un ritmo di poco inferiore ai 3’30”/km e volando verso il traguardo in solitaria. Il vincitore della Maratona d’Europa dello scorso anno ha alzato le braccia al cielo dopo 33’21” di fatiche, concluse sotto un diluvio che gli ha rubato qualche secondo prezioso. Alle sue spalle due maglie gialle del Marathon Trieste, indossate da Omar Sommavilla, secondo in 35’03”, e da Luca Benes, terzo in 35’19”. I due giovani triestini hanno avuto la meglio del ventitreenne sloveno Jan Klemencic (36’04”), superato all’altezza del Lazzaretto.
In quinta posizione è arrivata Micaela Bonessi, forte mezzofondista della Maratonina Udinese. Scortata dal triestino Walter de Laurentiis, campione europeo Master dei 3000 siepi, la trentadueenne friulana ha chiuso in 36’22”, anticipando nettamente la giovane cussina Margherita Viviani, seconda fra le donne in 42’17”. Il podio rosa è stato completato da Serena Kuhar (Gs San Giacomo), terza in 42’23”.
Giacomo Ferlora, presidente dell’Evinrude, è apparso particolarmente soddisfatto per la riuscita delle due corse competitive.
«Abbiamo lavorato molto – racconta – per riuscire a garantire il perfetto svolgimento di due gare agonistiche, portando sul percorso in completa sicurezza oltre 600 persone. La pioggia non ha rovinato i nostri sforzi, che sono stati ripagati da una vasta partecipazione da tutta la regione, oltre che dalla Slovenia, dall’Austria e dalla Croazia. Il nuovo record cronometrico della mezza maratona, oltretutto, rappresenta la classica ciliegina sulla torta, davvero un regalo inaspettato».

INTERVISTE AI PROTAGONISTI

Graziano Ferlora – organizzatore della manifestazione
«Sono particolarmente soddisfatto – esclama Graziano Ferlora, presidente dell’Evinrude – . Siamo riusciti a portare a Muggia oltre 600 atleti, nonostante le previsioni del tempo annunciassero delle condizioni meteo inclementi per tutto il fine settimana. Oltre alla quantità, però, siamo riusciti a garantire una competizione dal tasso tecnico particolarmente elevato, con la conquista del nuovo record della manifestazione.
La Short RunCompetitive, inoltre, ha incontrato degli ottimi riscontri e, in definitiva, appare come la corsa con maggiori margini di miglioramento, a partire già dalla seconda edizione.
Per quanto riguarda la pioggia, poi, non ci possiamo lamentare, se guardiamo a quello che è successo nei giorni scorsi a New York. Per questo motivo abbiamo rivolto un pensiero alle popolazioni che sono rimaste vittime dell’uragano».

Henry Kibet – vincitore della mezza maratona
«Sono contento della mia prestazione – sorride il ventinovenne keniano – . E’ stata una gara davvero competitiva, che si è risolta solo negli ultimi 30 metri.
Ho patito molto l’elevato tasso di umidità, non riuscendo a respirare al meglio. Il percorso, comunque, mi ha ben impressionato».

David Daris – primo italiano classificato nella mezza maratona
«Sono contento della mia prestazione – ha commentato l’alfiere del Gruppo Generali – , soprattutto dopo aver corsola Mezzadi Aurisina non al meglio delle mie possibilità. L’EuroMarathon mi ha dato dei segnali incoraggianti in vista della Mezza Maratona di Palmanova di metà novembre. La temperatura, quest’oggi, era ideale. Ho corso i primi 10 km in mezzo al gruppetto composto da Spinelli, Tamigi e Massarenti. Arrivati alla salita di Ancarano, però, ho allungato, raggiungendo Muggia in solitaria, dopo 11 km di fuga».

Giacomo Licen Porro – vincitore della Short Run Competitive
«Ho corso a Muggia per finalizzare la preparazione a una mezza maratona che correrò nelle prossime settimane – ha spiegato il vincitore della Maratona d’Europa dello scorso anno – . Sono andato via dopo il primo km, impostando il mio ritmo e non correndo più il rischio di venir ripreso».

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 Luca Saviano - Ufficio Stampa

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