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Alla Dolomites SkyRace dei record trionfano Kilian Jornet Burgada ed Emelie Forsberg – Canazei (TN)

Domenica 22 luglio 2012 – Il re è nuovamente lui, Kílian Jornet Burgada. Il fortissimo scialpinista e skyrunner catalano ha fatto propria l’edizione numero 15 della Dolomtes SkyRace, battendo il record che deteneva dal 2007 Mitja Kosovelj, salito comunque sul terzo gradino del podio. Le condizioni meteorologiche finalmente ideali hanno riportato i 758 iscritti sul tracciato originale di questa selettiva competizione, dopo tre edizioni nelle quali gli organizzatori avevano dovuto modificare il tracciato per tutelare l’incolumità degli atleti, e il tempone è arrivato puntuale insieme ad una bellissima giornata di sole. Kilian ha limato di 4 minuti e 18 secondi il primato precedente, fissando così uno splendido 2h01’52” nell’albo d’oro accanto al proprio nome. Un successo conquistato in una gara di altissimo livello, che ha visto al via tutti i più grandi interpreti del mondo della specialità e non ha tradito le attese. Nemmeno in campo femminile, dove a trionfare è stata la svedese Emelie Forsberg, anche lei capace di abbassare il limite precedente (detenuto da Antonella Confortola) di ben 4 minuti e 9 secondi: 2h26’00” il suo riscontro cronometrico. Non è un caso, probabilmente, che i due vincitori siano anche gli attuali leader delle Skyrunner World® Series.

Una quindicesima edizione, dunque, che ha infranto tutti i record possibili, quelli del percorso e quello in fatto di partecipanti, visto che fra il Vertical e la Dolomites SkyRace è stata sfiorata quota 1000.

Kilian ha preceduto lo spagnolo – romeno Ionut Zinca, già vincitore alla Stava Sky Race 2012, di 4 minuti e 39 secondi e, appunto, lo sloveno Mitja Kosovelj di 5 minuti e 6 secondi. In piazza Marconi, a Canazei, è poi giunto il vincitore dell’edizione 2011 Luis Alberto Hernando Alzaga, seguito dal francese Matheo Jacquemoud, classe 1990, una delle grandi promesse di questa disciplina. Ma vale la pena scorrere anche il resto dell’ordine di arrivo, visto il blasone dei nomi che seguono, gente come Tofol Castanyer, Tom Owens, Miguel Caballero Ortega (secondo nel 2011), Roc Amador Augustì. Il primo degli italiani è il trentino di Pergine Valsugana Gil Pintarelli, 17°, seguito a breve distanza dal primierotto Michele Tavernaro, dal fiemmese Paolo Larger e dal friulano Fulvio Dapit, giunti a Canazei in fila.

In campo femminile hanno accompagnato Emelie Forsberg sul podio la statunitense Kasie Enman, capace a sua volta di abbassare il record della Confortola, e Mireia Mirò, regina nel 2011. Staccate, ma comunque soddisfatte, Blanca Maria Serrano e l’italiana Silvia Serafini, quinta a 9 minuti e 39 dalla vincitrice. Ottavo posto, invece, per Emanuela Brizio, vincitrice della recente Stava Sky Race.

Alla partenza, alle 8,30 del mattino, si erano presentati in 758. Di impatto la vista offerta da Piazza Marconi nel momento in cui il serpentone si è messo in movimento verso il Passo del Pordoi, dove i primi sono giunti dopo 36 minuti. Davanti a tutti si è presentato il colombiano Saul Padua Rodriguez, uno specialista della salita, come ha dimostrato il secondo posto nel Vertical di venerdì, seguito da Ionut Zinca e Tofol Castanyer. Due minuti dopo è sopraggiunto un drappello con otto atleti, fra i quali Owens e Caballero Ortega. In campo femminile arriva per prima Kasie Enman, due minuti prima di Emelie Forsberg e Mireia Mirò.

Pubblico da grande evento con quasi 300 persone a fare il tifo a Forcella Pordoi, a quota 2.849, dove transita davanti a tutti Jornet, anche a Padua Rodriguez. Kosovelj, Roc Amador e Alzaga transitano a un solo minuto, il francese Jacquemoud a 2’30”. Fra le ragazze sono invariate le distanze fra Enman e Forsberg, che attende prima di sferrare l’attacco. L’ultimo sforzo in ascesa porta gli atleti ai 3.152 metri di quota del Piz Boè, dove un centinaio di spettatori, per nulla timorosi di sfidare gli 0 gradi di temperatura (-4 nel corso della notte), li attendono per incoraggiarli prima della lunga discesa. Kílian Burgada lo raggiunge dopo un’ora e 17, seguito da Kosovelj a un minuto e mezzo, Roc Amador due minuti e mezzo, poi ecco Jacquemoud, Padua, Alzaga e Zinca con Castanyer. La Enman gestisce un minuto di margine su Mireia Mirò e uno e mezzo su Forsberg, tre su Serrano.

Comincia la discesa: ecco il rifugio Boè, poi i gradoni e la Val Lasties, vero terreno di battaglia dove in genere si decide il vincitore. Nel primo tratto Padua Rodriguez scivola e si infortuna, chiamandosi fuori dai giochi (arriverà dolorante a 24 minuti dal primo). Alla fine della Val Lasties Burgada vanta cinque minuti su Zinca, che nel frattempo è volato sopra quattro concorrenti impadronendosi del secondo posto; lo tallona Kosovelj. In campo femminile Emelie Forsberg ha lanciato l’attacco ed è già davanti a tutte, per l’esattezza un minuto su Mirò ed Enman.

Siamo ormai alle battute conclusive. A Pian de Schiavaneis Jornada ha già in tasca la vittoria e sente il profumo del record. Ionut Zinca lo segue a 3 minuti, tallonato da Kosovelj, poi sfilano gli altri, non ancora nell’ordine che verrà stampato sulle classifiche finali. Alzaga deve ancora superare Jacquemoud, Kuhar deve ancora scivolare al 13° posto, però i giochi sono ormai fatti.

Una piazza piena di spettatori accoglie la cavalcata finale di Kílian Jornet Burgada, che corona il weekend fassano con il doppio primato nelle Skyrunner World® Series: re nella specialità vertical e nell’assoluta, sua già nel 2007, 2008 e 2009. Il secondo lo condivide con Emelie Forsberg.

Si chiude così una tre giorni ricca di soddisfazioni per la Val di Fassa e per i 200 volontari che hanno lavorato dietro le quinte di un’organizzazione capace di allestire tre gare in tre giorni: il verticale di venerdì, la mini (con 110 ragazzi al via) di sabato e la Dolomites Skyrace.

Ecco quindi le interviste raccolte al traguardo. Dalla soddisfazione per i record di Kilian Jornet ed Emelie Forsberg, alla felicità per altri motivi di Mireia Mirò e Paolo Larger, dalla positività di Ionut Zinca e Gil Pintarelli, alla delusione di Michele Tavernaro.

Kilian Jornet Burgada (1° classificato): «È stata una gara di altissimo livello, con i più forti al via, tranne Marco De Gasperi, che era ammalato. Eravamo almeno in dieci a giocarci la vittoria e tutti con la convinzione che chi ci fosse riuscito avrebbe centrato pure il record. E così è stato. Una gara bellissima su un percorso straordinario. Nel primo tratto di salita fino al Passo Pordoi eravamo in quattro nel gruppetto. Sui ghiaioni che portavano alla Forcella Pordoi mi sentivo bene, con le gambe leggere, a differenza di quanto era avvenuto venerdì al Vertical, e ho imposto il mio ritmo prendendo un vantaggio sugli avversari. Poi verso il Piz Boè alcuni passaggi si presentavano ghiacciati ed ho preferito non forzare, dando il tutto per tutto però in discesa. Contento anche perché le due gare fassane mi hanno consentito di guadagnare il primato nella classifica delle Skyrunner World Series».

Ionut Zinca (2° classificato): «Ho sofferto più del solito nella salita verso Forcella Pordoi, dove sono transitato sesto, e al Piz Boè, addirittura settimo. Poi ho dato il massimo in discesa, recuperando sugli avversari e arrivando secondo. Sono soddisfatto, anche perché sono arrivato a questa gara con troppi chilometri e dislivelli nelle gambe. Nell’ultimo mese e mezzo ho partecipato a numerose skyrace, a gare di orientamento e agli europei di corsa in montagna, e un po’ l’ho pagato».

Emelie Forsberg (1ª classificata): «Sono sorpresa da questo risultato, perché non pensavo di poter vincere e anche perché non sono abituata a salite così ripide. E poi addirittura stabilendo il record. Dalle mie parti le montagne hanno un’altra morfologia. Infatti fino al Piz Boè ho faticato, però ho stretto i denti cercando di non perdere di vista la Enman, che era davati a me. Dopo la cima più alta ho cercato di sfruttare la mia caratteristica di discesista ed ho superato la statunitense arrivando a braccia alzate al traguardo. Una discesa tecnica, ma non impossibile dove è possibile allungare, come quelle che piacciono a me».

Mireia Mirò (3° classificata): «Per me è stata una grande giornata, anche se non è arrivata la vittoria. Prima del via non avevo tante motivazioni, perché quest’anno non mi ero mai preparata su distanze oltre i 10 chilometri. Quando però sono transitata a Forcella Pordoi, con tantissima gente che applaudiva, dentro di me è scattata una nuova energia. Per un’atleta è davvero emozionante. Non potevo fermarmi e così ho proseguito con determinazione. Chi mi ha preceduto in questo momento è più forte e ha meritato il podio. Per quanto mi riguarda sono davvero soddisfatta di come ha risposto il mio ginocchio infortunato, che ha retto bene, nonostante una botta rimediata in una caduta. Proprio per queste sensazioni da questo momento parte la vera stagione per me».

Gil Pintarelli (primo italiano): «Sono soddisfatto della mia prova e di essere risultato il primo degli italiani. D’altronde con questi mostri presenti oggi era impensabile arrivare prima. Benché il mio migliore risultato nella Dolomites SkyRace sia un dodicesimo posto, dal punto di vista cronometrico, quella di quest’anno è la mia migliore prestazione a questa gara. Analizzando la mia gara sono stato molto regolare, utilizzando i bastoncini fino a Forcella Pordoi. Mi sono trovato molto bene nei tratti tecnici, meno nei pianori. Una grande fatica ma tanta soddisfazione».

Michele Tavernaro (secondo italiano): “E’ stata una giornata storta, sin dalle prime battute non riuscivo ad ingranare. Al Passo del Pordoi ho provato a rallentare il ritmo con la speranza di carburare meglio ed invece non è servito a nulla. Ho faticato troppo e non sono riuscito ad essere fluido nella corsa. Peccato, ma fa parte delle competizioni avere un giorno negativo. Alla fine guardando il tempo non è poi male, pur essendo lontano dal mio record personale, visto che sono anche il secondo miglior italiano, ma non può bastare”.

Paolo Larger (terzo italiano): “Sto vedendo la luce dopo alcune stagioni di sofferenza. Non ho nelle gambe tanti chilometri quest’anno, ma gara dopo gara continuo a migliorare soprattutto perché i miei problemi tendinei sembrano essere risolti. Ho sentito qualche dolore nella parte finale della discesa, ma rispetto a qualche mese fa mi sembra di essere un’altra persona. E’ poi significativo il fatto che ho ottenuto un tempo simile a quello dell’edizione del 2000, la mia prima a Canazei. Allora mi piazzai terzo, quest’anno 19esimo. Tanto per far capire come sia aumentato il livello di questo sport”.

Diego Salvador (presidente Comitato Organizzatore): «Meglio di così non poteva andare. Dopo tre anni siamo finalmente riusciti a riproporre il percorso originale di 22 chilometri con il passaggio ai 3152 metri del Piz Boè, abbiamo fatto registrare il record assoluto in fatto di iscritti con 758 presenti, e, dulcis in fundo, sono pure arrivati i due primati della competizione. Siamo al settimo cielo. Un grazie davvero di cuore a tutti i miei collaboratori. Sono stati bravissimi».

Fonte ufficio stampa Dolomites Skyrace

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.