Danilo Callegari racconta a Piancavallo il suo concetto di "Solo"

Di GIANCARLO COSTA ,

Paolo-Larger-alla-Skyrace-Monte-Cavallo.jpg (foto areaphoto.it)
Paolo-Larger-alla-Skyrace-Monte-Cavallo.jpg (foto areaphoto.it)

«Adoro misurarmi con me stesso in condizioni psico-fisiche difficili, scoprendo luoghi incontaminati dove la natura fa da padrona, e la vita, per noi esseri umani, è resa quasi impossibile». Sono queste le parole che spiegano la filosofia di vita di Danilo Callegari, un ragazzo che attraversando e vivendo in completa solitudine i luoghi più estremi della terra cerca di scoprire i suoi limiti, sia come uomo sia come atleta.

Callegari, friulano doc, sarà ospite degli organizzatori della Sky Race Monte Cavallo e presenterà a Piancavallo "7Summits Project Solo".

In questi anni hai scoperto quali sono i tuoi limiti?

«Con il tempo ho capito che i limiti si spostano continuamente. Mi piace scoprire luoghi diversi, lontani, solitari. E' una scoperta continua, non solo del mondo che mi sta intorno, ma soprattutto è una maggior conoscenza di me stesso, della mia mente e del mio fisico. Ho avuto più volte la conferma di come sia fondamentale l'aiuto della mente per riuscire ad andare avanti. In alcuni casi ti trovi davanti alla vita o alla morte e se ascolti il tuo fisico ti porterebbe verso il punto di non ritorno. E' grazie alla mente che sono riuscito a spingermi verso la salvezza».

C'è stato un momento più difficile degli altri?

«Il concetto di difficile non è molto oggettivo, ci sono stati dei momenti che per un mio errore o per gli ambienti divenuti estremi nei quali mi sono trovato in situazioni più complicate delle altre. Mi ricordo, quando sbagliando un calcolo nel deserto Atacama, ho dovuto bere la mia urina per non morire disidratato, oppure il principio di congelamento salendo la vetta dell'Aconcagua».

Invece c'è un'avventura che ti è più rimasta nel cuore?

«Ho molti ricordi importanti, ma il più forte è sicuramente quando sono riuscito a conquistare la vetta dell'Aconcagua. Ero in giro da quasi quattro mesi, sono partito dal Perù, ho percorso 4500 chilometri in bicicletta, ho attraversato il lago Titicaca con la canoa, e raggiungere la vetta dell'Aconcagua è stato un'emozione indescrivibile».

Il South America Extreme 2011 è stata la prima tappa di "7Summits Project Solo", in cosa consiste questo progetto?

«Il 7 Summits è il raggiungimento delle sette vette più alte dei continenti, il mio progetto consiste nel scalarle in stile alpino e solo. C'è il raggiungimento della vetta, ma è il come raggiungerla che mi interessa in maniera particolare, dovrò salirla da solo attraverso un viaggio d'avvicinamento che sarà su mezzi non motorizzati, come il paracadutismo, la canoa, la bicicletta, oppure l'arrampicata o semplicemente a piedi».

Come si fa a coniugare la vita di tutti i giorni con questi sogni?

«E' un'impresa dura riuscire a far quadrare famiglia, lavoro e queste mie avventure. Attualmente lavoro al 118 di Latisana, ho dei contratti che mi lasciano partire per i luoghi più sperduti della terra, ma quando sono in servizio faccio turni di dodici ore quindi è molto difficile riuscire ad allenarsi. In questo periodo mi porto la bicicletta in ospedale e prima di iniziare il turno, magari alle cinque di mattina, esco e mi faccio ottanta chilometri».

Questi sono solo dei piccoli passaggi dei racconti che Danilo Callegari racconterà domani sera a Piancavallo alle ore 17.

Fonte Areaphoto.it

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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