Dal trionfo di Torino all'infortunio: Ruggero Pertile si racconta

Di MARCO CESTE ,

Ruggero Pertile
Ruggero Pertile

Ruggero Pertile, l’eroe della maratona di Torino 2010, dal paradiso all’inferno nel giro di pochi giorni. Prima la splendida vittoria, in una gara difficile e affascinante, da solo a combattere con un gruppo di africani che come al solito sono i grandi favoriti. Una rimonta superba, fatta di cuore e gambe. Poi, dieci giorni dopo, l’incidente in allenamento: un cane lo morde al braccio e così addio alla stagione campestre che con tanta voglia si stava apprestando a disputare.

Ruggero Pertile, in esclusiva per Running Passion, ha raccontato della vittoria alla Turin Marathon e del momento attuale della maratona italiana.

Il grande trionfo di Torino: com’è andata?

Nella vittoria a Torino ci credevo molto, perché ero consapevole di avere un’ottima condizione. La preparazione era andata molto bene e quindi non poteva che andare così. Ho svolto la prima parte della preparazione a casa e poi sono stato un mese in Kenia a casa del dottor Rosa, che ringrazio sempre per la disponibilità. Insieme al gruppo seguito dal tecnico Claudio Berardelli ho potuto confrontarmi con i migliori specialisti del pianeta e con loro sono cresciuto di condizione. Poi ho rifinito a casa le ultime settimane in vista dell’appuntamento con la Turin Marathon.

Quando intorno al quindicesimo chilometro ho iniziato a perdere contatto con il gruppo di testa, sapevo di stare bene e quindi non mi sono preoccupato perché la maratona è una gara molto lunga. Mi sono volutamente staccato dai primi che procedevano troppo a scatti e in modo irregolare, sapendo poi di poter chiudere in progressione.

Ero molto concentrato sulla mia azione di corsa e sentivo di poter dare di più. Quando ho visto di poter superare anche il primo mi sono caricato di fiducia e di motivazione per andare ancora più forte. Gli ultimi chilometri pensi a chi ti aspetta all’arrivo e al fatto che andrai a vincere una gara importante.

Quella di Torino è una maratona affascinante, ma a livello di numeri resta ancora molto in dietro rispetto alle prime italiane. Perché?

Torino è una maratona molto bella e organizzata benissimo, sinceramente non saprei dare una motivazione. Quest'anno anche a Torino hanno fatto il record di iscrizioni, indice di un movimento che sta crescendo, ma credo che noi italiani siamo un po’ "modaioli" e che quindi ci iscriviamo alle maratone seguendo la "corrente del gruppo" che ci porta, in Italia a Roma, Firenze o Venezia e, all'ester,o a New York o Londra o Parigi.

Cosa ne pensa del momento che sta attraversando la maratona italiana. Una carenza di talenti?

Non credo in una carenza, credo che qui manchino un po’ gli stimoli e che la cultura della fatica venga sovrastata dal luccichio del denaro del calcio, contornato dalla bella vita e dalle veline. Poi quando ci capita un talento non siamo in grado di gestirl,o quindi…

Ci sono diversi ragazzi che potenzialmente potrebbero diventare dei buoni maratoneti come Lalli, Meucci o La Rosa. Purtroppo però non hanno ancora esordito oppure, come Meucci, hanno corso la maratona solo di passaggio. Speriamo in qualche altra sorpresa!

Per chiudere: i prossimi appuntamenti?

Avevo in mente di proseguire la stagione con i cross visto che ho smaltito molto bene la maratona, ma purtroppo l’incidente occorsomi in allenamento mi ha costretto ad uno stop forzato con l'obbligo di una terapia antibiotica. Spero di riprendermi presto e poi vedremo! Il primato personale? il prossimo anno o a Londra 2012!!!

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