Correre in natura: corsa in montagna, skyrunning, trail running

Di GIANCARLO COSTA ,

Usare le proprie gambe per spostarsi nella natura è la più vecchia attività umana, quando lo sport non esisteva in quanto tale, ma il movimento era una necessità di sopravvivenza. Coprire grandi distanze per cacciare, pascolare, commerciare, non era un gioco, ma l’unica risorsa per proseguire il cammino della specie umana. In anni più recenti contrabbandieri e bracconieri hanno continuato, per tradizione o per reale necessità, questa pratica avventurosa, in una lotta quasi agonistica con doganieri o guardiacaccia, sotto l’occhio vigile e severo delle montagne.

Il tempo è passato, le macchine hanno sostituito quasi integralmente l’energia umana da tutte le attività lavorative e dai mezzi di trasporto.

Ecco che muoversi nella natura, tra le montagne in particolare, diventa progressivamente uno sport, un’attività ludica del tempo libero, almeno per chi può permetterselo.

In fondo è la vera espressione di libertà, attraversare le montagne percorrendo sentieri, pietraie, creste e nevai, senza attrezzi, solo scarpe, vestiti e molta volontà.

Un ritorno alle origini, questa volta per sopravvivere alla pressione di una vita moderna ormai frenetica, che comprime in scatole di latta o di cemento, aspirazioni e fantasie. Allora, con poco tempo libero a disposizione, via di corsa sulle montagne, prima o dopo il lavoro, per vedere un tramonto o un’alba, la sensazione di fatica, il sudore che bagna la maglietta per raggiungere una cima, la velocità della discesa, tagliando i tornanti o saltando giù per una pietraia, immaginando di essere dei camosci.

Gli istinti primordiali si risvegliano, in fondo si torna ad essere animali nella natura selvaggia…

INFORMAZIONI GENERALI

Venendo ai nostri giorni, analizzando la corsa in montagna, scopriamo che è uno sport completo, duro, impegnativo fisicamente e tecnicamente. Correre tra le montagne, richiede doti di resistenza, orientamento e conoscenza del territorio, cioè di sentieri e creste, equilibrio, una buona conoscenza di se stessi e dei propri limiti.

Sentieri, creste e nevai, non sono proprio paragonabili ad una strada asfaltata, e richiedono, soprattutto in discesa, un’attenta valutazione ed un veloce colpo d’occhio, questo per evitare di finire le energie prima del tempo o d’infortunarsi.

Lo spirito di partenza di chi si avvicina alla corsa in montagna, dovrebbe essere quello di fare un trekking veloce con attrezzatura leggera.

Chi frequenta i sentieri di montagna, ha sicuramente incontrato i camminatori, o trekker, che attrezzati di scarponi, zaino e qualche volta bastoncini, compiono la loro escursione.

Qualcuno ha sostituito gli scarponi con le scarpe da corsa in montagna, lo zaino da 40 litri con un marsupio capiente o uno zainetto piccolo e leggero, magari i camicioni a quadretti ed i pantaloni di velluto, con magliette e pantaloncini in materiale tecnico.

Ecco, il gioco del cambio attrezzatura è fatto, a questo punto basta mettersi a correre.

Sicuramente questa è una proposta da fare a chi già corre normalmente, magari in città o in pianura, magari sempre su asfalto. Il passaggio è comunque notevole, lo sport è lo stesso, ma cambia l’ambiente ed il terreno su cui si compie.

Per chi è al primo contatto con la montagna, forse è utile iniziare per gradi, prima di correre è meglio camminare sui sentieri o le pietraie, sempre attrezzato per la corsa in montagna.

Una volta presa confidenza con i sentieri, e abituati ad orientarsi, si può iniziare con la corsa.

Come per una gita di trekking è bene pianificarla e non partire alla cieca, cioè stabilire il luogo di partenza e arrivo, il dislivello, lo sviluppo, magari i tempi di percorrenza per chi cammina (basterà dividere almeno per 2 e si capirà il tempo necessario per la corsa).

Per i praticanti della corsa su strada sarà bene capire fin da subito che nella corsa in montagna i riferimenti non sono tanto nei chilometri, quanto nei metri di dislivello.

Un percorso di 1000 metri di dislivello, può avere uno sviluppo di 5 chilometri per l’andata e altrettanti per il ritorno, ma non sono solo i 10 chilometri da percorrere, che magari in piano richiedono circa 40’ (supponendo una corsa a 4’ al chilometro), quanto i 1000 metri da fare sia in salita sia in discesa.

La muscolatura lavora in modo diverso, magari per alcuni tratti è più efficace camminare che correre, e poi, una volta raggiunta la cima, o l’alpeggio o il prato, bisogna tornare giù, correndo o camminando, in base alla propria forma fisica o alle capacità tecniche di discesa.

Per chi invece già pratica un’attività sportiva in montagna, ecco che la corsa diventa anche il miglior mezzo d'allenamento al di fuori della propria disciplina, per continuare comunque a frequentare la montagna e mantenere una buona condizione fisica.

PRESENTAZIONE MATERIALE

Per la corsa, l’attrezzatura richiesta è elementare, bastano un paio di scarpe, pantaloncini ed una maglietta.

Per la corsa in montagna, l’attrezzatura base è sempre questa, con alcune aggiunte funzionali all’andare in montagna.

Innanzi tutto le scarpe, che devono essere adatte alla corsa in montagna, con una suola maggiormente sagomata e dotata di grip ed una tomaia con i rinforzi sulla punta, per salvare i piedi dai colpi contro le pietre in discesa, e sul tallone, per prevenire le storte.

Pantaloncini e maglietta dovrebbero essere fatti con tessuti che si asciughino rapidamente, visto che trovandosi in quota è fondamentale per il confort del corridore.

Proprio perché si va a correre in montagna, è necessario portarsi dietro qualcosa per coprirsi, per esempio un k-way o giacca a vento leggera per la parte superiore, pantaloni a gamba lunga, una fascetta o un berretto per la testa, un paio di guanti per le mani.

Un saggio detto popolare afferma che di caldo, in montagna, non è mai morto nessuno; vale anche per la corsa…

Se si pensa di correre a lungo, è meglio portarsi dietro qualcosa da bere e da mangiare, tipo acqua, integratori, barrette energetiche, o Euro per eventuali rifornimenti ai rifugi.

Ma dove mettere tutto questo materiale?

Per trasportare tutto ciò e altro ancora (tipo cartina, telefono, ecc), esistono marsupi con borraccia o zainetti leggeri, ormai la gamma dei modelli in commercio è talmente ampia da creare solo l’imbarazzo della scelta.

TIPOLOGIA GARE

Per chi non si accontenta semplicemente di correre per conoscere sentieri e montagne, ma vuole confrontarsi con il cronometro e con altra gente, ci sono poi le gare, in forte espansione negli ultimi 10 anni. Le definizioni di questo sport sono molteplici: Corsa in montagna, Skyrunning e Trail Running. Precisiamo che il gesto atletico è sempre lo stesso, lo sport anche, cioè la corsa in montagna, cui si aggiungono i neologismi Skyrunning e Trail Running.

Le differenze sono sostanzialmente di tipo federativo e organizzativo.

La Corsa in Montagna è gestita e regolamenta dalla FIDAL (Federazione Italiana d'Atletica Leggera www.fidal.it tel.0636851). Le gare sono di 2 tipi: solo salita e salita e discesa. Non si può superare la quota di 2000 metri e la pendenza media dev’essere circa del 10%, i sentieri devono avere determinati requisiti di sicurezza. L’attività agonistica è organizzata in gare regionali, nazionali, campionati europei e mondiali. L’Italia, da che esiste il campionato mondiale ed europeo, cioè da più di vent’anni, ha sempre vinto il titolo a squadre, tranne che in Turchia nel 2006, oltre a parecchie vittorie nell’individuale (su tutti i 6 titoli mondiali di Marco De Gasperi, compresso quello del 2007 conquistato in Svizzera), insomma è la nazione guida, a livello mondiale, della corsa in montagna!

Skyrunning definisce una versione, diciamo estrema, della corsa in montagna. I dislivelli possono essere superiori, le pendenze anche, così come le quote raggiunte (alcune corse hanno avuto il punto più alto ad oltre 4000 metri), i sentieri possono essere scoscesi, con passaggi attrezzati di corde fisse o catene, si possono usare i bastoncini per aiutarsi nella salita. I tipi di gara più significativi sono il Kilometro Verticale (1000 metri di dislivello di sola salita), le Skymarathon (42 km e oltre 2000 metri di dislivello sia in salita sia in discesa) e le Skyrace (chilometraggio e dislivello variano da gara a gara, a discrezione dell’organizzazione e del tipo di percorso).

Lo skyrunning è gestito e regolamentato dalla FSA (Federation for Sport at Altitude tel. e fax 0152522941, www.fsa-sky.org/itaitalia@fsa-sky.org).

Il Trail Running è un tipo di corsa che sta prendendo piede anche in Italia con le Ecomaratone (www.ecomaratoneditalia.it), cioè gare di 42 chilometri su percorsi sterrati o mulattiere, con dislivelli anche di 1500 metri sia in salita sia in discesa. Diciamo pure percorsi meno estremi rispetto alla corsa in montagna e allo skyrunning, ma che apre le porte di questa disciplina a zone non solo alpine, basti pensare alle regioni appenniniche o alla Liguria. Qualche gara sta allungando il chilometraggio ed il dislivello del percorso, imitando le competizioni dei cugini francesi, dove sia le distanze sia i dislivelli sono ragguardevoli. Un esempio per tutti è l’Ultra Trail Mont Blanc, il giro del Monte Bianco in tappa unica, 155 km e 8000 metri di dislivello.

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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