Compressport Pro Racing Calf R2: polpaccere compressive per gara e allenamento

Di GIANCARLO COSTA ,

Compressport Pro Racing R2 test (1)
Compressport Pro Racing R2 test (1)

Correre con le calze “alte”, appena sotto il ginocchio, stile calcio o pallacanestro, era una cosa che fino a 15 anni fa’ faceva sorridere, spesso oggetto di battute. Poi arrivò lei, Paula Radcliffe, la divina mezzofondista britannica che nel 2003 frantumò il record di maratona, portandolo a 2h15’25” al termine della Maratona di Londra, record tutt’ora imbattuto. E qualcuno iniziò a pensare che il merito fosse anche di quelle calze bianche, oltre che del suo immenso talento sportivo.

Sono passati 15 anni e oggi è normale vedere corridori con i polpacci fasciati, sia su strada che soprattutto in montagna e nel trail running.

L’abbigliamento a compressione che un tempo era prerogativa solo di pochi top runner, oggi è diffusa tra corridori di ogni livello e su tutte le superfici.

Le gambe sono ovviamente la parte più comunemente “trattata” dalla compressione, cosce e soprattutto polpacci.

Il prodotto che ho testato, grazie all’amico Fabio Scipioni di Visione Runner, in questa estate/autunno 2018 è il Compressport Pro Racing R2 (o ProR2), dell’azienda svizzera Compressport specializzata in abbigliamento sportivo a compressione.

Compressport ProR2 sono costruiti senza cuciture con un mix di poliammide, poliestere ed elastene. La parte centrale è elastica, ultra leggera, con le estremità superiore e inferiore delimitate da una banda elastica che li mantiene in posizione una volta indossati. Infilare e sfilare ProR2, non è facile le prime volte, per via dell’elasticità sostenuta, poi capita la sequenza dei movimenti, diventa automatica. Una volta indossati i ProR2 danno la sensazione di compressione omogenea e di sostegno.

Li ho usati con il grande caldo estivo a bassa quota e davano una leggera sensazione di calore, ma anche di sostegno e il muscolo rimaneva comunque rilassato. In montagna invece si sa che il grande caldo è relativo, e sono perfetti, così come quando la temperatura scende, quando piove, quando si passa su sentieri non puliti tra rovi, ortiche e ragnatele. Una volta che ci si abitua ad indossarli in allenamento non ci si fa’ più caso, ma è soprattutto in gara, quando lo sforzo è massimale sia per intensità che per durata, che se ne avverte il vantaggio.

Per garantirne l’efficacia della compressione è molto importante selezionare la taglia corretta.
In base alla circonferenza del polpaccio, presa a scarico nella zona più ampia va scelta una delle 4 taglie indicate con le sigle T1, T2, T3 e T4 per un range di circonferenze che copre dai 30 ai 46cm.
Inoltre, almeno nel mio caso, l’uso non è limitato alla corsa, ma esteso anche al ciclismo, sia su strada che in mountain bike.

Articolo Publiredazionale

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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