Caso Doping al Mondiale di Corsa in Montagna: Marco De Gasperi difende Elisa Desco
Di GIANCARLO COSTA ,
Sul caso di presunto doping di Elisa Desco scende in campo anche il suo compagno Marco De Gasperi. L'intervista al 6 volte campione mondiale di corsa in montagna è apparsa sulle colonne de La Provincia di Sondrio. La speranza è che Elisa riesca a dimostrare la sua innocenza e che soprattutto si metta in moto un meccanismo celere di indagine e verifica pari a quello per il caso doping del capitano della nazionale di calcio Fabio Cannavaro, accusato con superficialità e scagionato in 4 e quattr'otto. O un campione del mondo vale solo per il calcio e non per la corsa in montagna?
"Incredulo, deluso, amareggiato, ma nel contempo fermamente determinato a dimostrare l'innocenza della propria compagna. A grandi linee può essere descritto così lo stato d'animo del sei volte iridato della corsa in montagna Marco De Gasperi a pochi giorni dall'accusa di presunto doping a Elisa Desco, la dominatrice dei mondiali di Campodolcino. In un'intervista in esclusiva a "La Provincia di Sondrio" racconta quello che, senza ombra di dubbio, è il momento più brutto delle loro carriere sportive.
«Conosco Elisa, vivo con lei 24 ore al giorno e so che è pulita - ha esordito così, senza mezzi termini e senza la minima esitazione il campione bormino -. Anche se di riflesso, mi sento colpito e nel contempo deluso da un sistema nel quale credevo. Un sistema che dovrebbe tutelare atleti come noi e che invece può fallire e mettere alla berlina una ragazza onesta che ha sputato sangue, fatto fatica e stretto i denti per arrivare dove è arrivata».
Disorientamento, quindi, ma anche voglia di dimostrare la propria innocenza; costi quel che costi: «Le nostre vite sportive sono state infangate da un'ingiusta accusa che ha distrutto Elisa come atleta e come persona. Ancora prima di aspettare gli esiti delle controanalisi c'è chi ha sputato sentenze traendo conclusioni affrettate, chi ha puntato l'indice o si è permesso di fare fastidiosissime allusioni. Ebbene, noi siamo intenzionati ad andare sino in fondo a questa vicenda; costi quel che costi. Fosse anche l'ultima cosa che faremo».
(Intervista di Maurizio Torri su La Provincia di Sondrio del 12 ottobre 2009)