Ad Agordo (BL) domina il Kenya

Di MARCO CESTE ,

premiazioni agordo
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La “lectio magistralis” degli africani, gli occhi tristi di Pertile, il sorriso delle mezzofondiste italiane, il bacio ai sampietrini di Piazza Libertà di Bamoussa, la carica dei 201 giovani (tanti e belli), il calore del pubblico e le ire del temporale sui poveri master.

E’ tutta in queste immagini la ventunesima edizione de “Le Miglia di Agordo”, la corsa podistica internazionale tra i vicoli e le piazze del Centro Storico di Agordo, nel cuore delle Dolomiti Bellunesi.

Nella serata d’oro dello sport italiano è proprio la punta della maratona tricolore ai Giochi Olimpici a mancare all’abbraccio con il grande e caloroso pubblico di Agordo. Ruggero Pertile salta l’annunciato ultimo test in vista di Londra. Lo fermano una lieve dorsalgia, la paura di compromettere la gara più importante dell’anno e forse anche qualche “voce” dall’alto. Sta di fatto che “Rero” si presenta ad Agordo, non evita i microfoni, raccoglie gli applausi e poi si defila e in silenzio, con gli occhi tristi, segue dal palchetto-ospiti le “Corse delle stelle”, il doppio atto finale di una splendida edizione de “Le Miglia di Agordo”.

Quando prende il via la gara femminile il vento e la pioggia che hanno disturbato gli esordienti e flagellato i master, lasciano definitivamente il “campo”. Allo sparo se ne vanno le keniane Hellen Jepgurgat e Eunice Chebet, vanno invece del loro  le italiane Agnes Tschurtschenthaler e Federica Dal Ri, profonde conoscitrici delle mille trappole del difficile circuito cittadino, e Eliana Patelli.

Al secondo passaggio in  Piazza Libertà la  ventitreenne Jepgurgat, sottile, elegante nell’incedere, si isola mentre la connazionale Chebet, appesantita dalla sparata iniziale, comincia a guardarsi dietro. E dietro c’è una ispirata Tschurtschenthaler  (“E’ bello gareggiare su strada, qui è importante esserci perché c’è qualità e tanta gente a spingerti”, dirà  a fine gara) che stacca la Dal Ri  e punta le due keniane.

Allunga ulteriormente la keniana di testa e ,alla campana,  mette  al sicuro la vittoria, cede invece la seconda keniana e sale  prepotentemente l’altoatesina che sull’ultima salita mette la freccia, passa l’avversaria e prosegue a tutta. All’arrivo la Jepgurgat è prima la “Tschurts” è seconda e la Dal Ri, sospinta dal suo pubblico (vive con Gabriele De Nard a pochi chilometri da Agordo), scavalca la Chebet, ed è terza.

C’è il meglio dell’Italia senza Olimpiadi, la giovane Africa e il campione belga delle siepi tra gli allineati ai nastri di partenza della “Corsa delle stelle” maschile. Quando si parte nessuno vuole andare in testa a dettare il ritmo, gli africani  prendono le misure uno all’altro, gli italiani hanno paura di saltare e allora prova il belga  Krijn Van Koolwijk a mettersi davanti. Tira un po’ lui, poi arriva Giovanni Gualdi e infine Abdoullah Bamoussa a saggiare la risposta africana.

Nulla si muove fino al quarto chilometro, poi  i quattro keniani si decidono e accendono la miccia: in un giro, 1108 metri, salta  la corsa. Mollano Matteo Villani, il campione italiano delle siepi, Manuel Cominotto, il campione italiano under 23 dei 5000, Gabriele De Nard, il campione italiano di cross, poi anche  Krijn Van Koolwijk, troppo generoso nelle fasi iniziali.

E restano in sette con il solo italiano Giovanni Gualdi, campione tricolore di maratona reduce dal ritiro in altura di Livigno; ma anche il buon “Giò” e, poco più in là, l’italo-marocchino Bamoussa lasciano la presa e salutano gli africani che vanno a giocarsi la vittoria.  Il “trenino” perde il vagone Philips Kiptoo, poi il “vagone” Samoei Kiplagat e, a tre chilometri dall’arrivo, restano tre keniani e un ruandese in testa, mentre dalle retrovie  vengono su, riprendendo carica,  Gualdi e Bamoussa.

Prova a attaccare Eric Sebahire, vaso di coccio tra i vasi di ferro keniani, ma non ha scampo, i due keniani lo prendono e si presentano soli sul rettilineo finale. Allo sprint, tra gli applausi del foltissimo pubblico, vince il Trofeo Lattebusche il favorito della vigilia, il ventenne Daniel Wanijru, già protagonista alla Media Blenio in Svizzera, giovane dal futuro radioso; secondo è Kennedy Kipyeko. Eric Sebahire è subito dietro. Più staccati tutti gli altri, ma a sorpresa, dopo quattro keniani e un ruandese, piomba sul traguardo l’italo-marocchino Abdoullah Bamoussa, che riesce ad anticipare Giovanni Gualdi (Premio Enel Cinquanta per il primo italiano) e a distanziare nettamente Matteo Villani, Manuel Cominotto (ottimo nono),  e Gabriele De Nard.

Incontenibile la sua felicità:  bacia il pavè di Piazza Libertà e poi corre a farsi fotografare con i keniani.. E’ l’ultima immagine, la più dolce, di sette ore di grande atletica (a cura dell’ufficio stampa delle Miglia di Agordo)

foto Miglia di Agordo

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