Gobi Race: 400 km di corsa nel deserto della Cina
Di GIANCARLO COSTA ,
Il racconto di Monica Nanetti su Action Magazine della Ultra Trail Gobi Race, oltre 400 km in autosufficienza nel deserto cinese. Gli atleti sono stati dotati anche di spray anti-lupi. Nico Valsesia costretto al ritiro da una fascite plantare.
Le 150 ore a disposizione sono appena scadute, qui a Guazhou, e come sempre l'emozione per l'arrivo degli ultimi atleti - quelli che non è detto che riescano a "stare nel tempo" - è paragonabile a quella dell'attesa per il vincitore. In una gara come la Ultra Trail Gobi Race, questa emozione (complice anche la sontuosa passerella finale con scalinata, tappeto rosso, rullare di tamburi e fuochi d'artificio) è qualcosa di speciale, tanto quanto lo è questa strana, massacrante è indefinibile corsa.
Seconda edizione, 400 km in un'unica tappa, in autosufficienza e autorientamento (il che, considerati gli inevitabili errori di navigazione, porta di norma il totale a circa 440/450 km), un percorso che attraversa l'antica Via della Seta e corre accanto a monumenti storici lungo pianure infinite, canyon, foreste, laghi salati, valichi montani a oltre 3000 metri di quota. E un clima (che quest'anno è stato considerato particolarmente "benevolo") che offre ai runner tutte le possibili varianti dei disagi meteorologici: caldo torrido, vento sferzante, freddo polare.
La UTGR è insomma una gara extra-large in ogni senso: lunghezza, difficoltà, budget a disposizione. Basti pensare che i partecipanti (un minuscolo gruppo di 30 atleti, 24 dei quali sono arrivati al traguardo) erano supportati da un plotone di 277 volontari: praticamente, 9 per ciascun runner.
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